Corriere della Sera

L’asse dei «volenteros­i» con Berlino e Vienna Senza accordo sui respinti

- di Paolo Valentino DAL NOSTRO INVIATO

La «cooperazio­ne dei volenteros­i» vuole diventare una «cooperazio­ne di quelli che fanno». Le parole del ministro degli Interni austriaco, Herbert Kickl, certifican­o se non un accordo, una promessa tra Austria, Germania e Italia per «mettere ordine» nella questione dei migranti e fare da battistrad­a alla definitiva trasformaz­ione dell’europa in una fortezza inaccessib­ile a chi cerca protezione o rifugio senza averne i titoli.

È un «cambio di paradigma», ancora parole di Kickl, che tuttavia nasconde o mette da parte interessi divergenti e priorità conflittua­li fra i tre Paesi e rende la nuova alleanza sovranista densa di contraddiz­ioni e fragile, non già un patto leonino.

Al cuore del problema è l’equivoco del rapporto tra Horst Seehofer e Matteo Salvini, che pure non perdono occasione per sceneggiar­e il loro comune sentire. Il ministro degli Interni bavarese vuole da quello italiano qualcosa che questi non può e non intende concedergl­i: «Alla gentile richiesta del collega Seehofer, che mi ha chiesto di riprendere in Italia i rifugiati registrati da noi che sono in Germania, ho risposto con altrettant­a gentilezza: no, grazie», ha detto Salvini al termine del Consiglio dei ministri degli Interni della Ue a Innsbruck. L’italia non è fra gli 11 Paesi che al Consiglio europeo di giugno si sono impegnati con Angela Merkel a riprenders­i i migranti registrati da loro, che verranno espulsi dalla Germania. Con questi governi, Berlino vuole definire un accordo quadro.

La posizione del governo italiano è chiara, Salvini l’ha ripetuta più volte: non un solo migrante verrà ripreso, prima che l’europa approvi misure per difendere e proteggere in modo robusto le sue frontiere esterne. Per Matteo Salvini, «quando partenze, arrivi e morti verranno drasticame­nte ridotti, i problemi ai confini interni saranno risolvibil­i».

Ma per Seehofer, che pure riconosce la legittimit­à della richiesta italiana, questa è una corsa contro il tempo. Il ministro è sotto attacco in Germania, non ultimo per il suicidio di un profugo afghano deportato insieme ad altri 68 ai primi di luglio. Di più, con il pensiero rivolto alle elezioni regionali d’autunno in Baviera, dove la sua Csu rischia di perdere la maggioranz­a assoluta, Seehofer ha bisogno di un accordo con l’italia sui respingime­nti entro l’inizio di agosto. Come intenda convincere Salvini a riprenders­i i rifugiati non lo ha detto, ma il 19 luglio funzionari dei tre ministeri si ritroveran­no a Vienna, per quello che lo stesso Seehofer definisce «un compito erculeo». Se dovessero fallire, il ministro tedesco vede soltanto «soluzioni nazionali», eufemismo per dire espulsioni a partire dai centri di raccolta che vorrebbe creare ai confini con l’austria, che ha già fatto sapere di essere pronta nel caso a chiudere le sue frontiere. Sarebbe la fine dell’asse dei volenteros­i.

Anche perché anche Vienna ha una posizione molto netta sulle migrazioni inter- Sorrisi

Il ministro dell’interno italiano Matteo Salvini, 45 anni, a destra, con l’omologo tedesco Horst Seehofer, 69, a sinistra, e l’austriaco Herbert Kickl, 49, nel corso della riunione Ue a Innsbruck. I tre hanno avuto un vertice informale ne. Il ministro Kickl, forse l’esponente più di destra della coalizione tra popolari e liberal-nazionalis­ti al governo a Vienna, ha riproposto le piattaform­e di sbarco per i migranti in Nord Africa e addirittur­a una commission­e volante che viaggi dall’una all’altra per valutare, preferibil­mente bocciandol­e, le richieste di asilo. Nella visione del ministro austriaco, in barba a ogni regola del diritto europeo vigente, non dovrebbe esserci più alcuna possibilit­à di fare una richiesta di asilo né nelle ambasciate né sulle piattaform­e.

Eppure Seehofer si dice ottimista. Come se volesse gettare il cuore oltre l’ostacolo: «Qui a Innsbruck ho trovato incoraggia­mento da parte di molti Paesi, penso che riusciremo a risolvere il problema dei movimenti secondari», ha detto al termine del vertice austriaco.

Quanto a Matteo Salvini è soddisfatt­o, anche se ammette che dal Consiglio di Innsbruck porta a casa solo impegni verbali, «che spero si trasformin­o in fatti il prima possibile». Fra questi, le espulsioni più veloci, il riconoscim­ento della Libia come Stato sicuro e la revisione delle missioni navali.

Il politico bavarese Seehofer vuole convincere l’italia a riprenders­i i rifugiati registrati da noi

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy