Corriere della Sera

Finisce la libertà di circolazio­ne, ma (di fatto) resta: è la Brexit supersoft contestata a May

- di Luigi Ippolito DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

LONDRA «Non mi pare proprio che i britannici avessero votato per questo»: Donald Trump va spesso fuori bersaglio, ma stavolta potrebbe aver fatto centro. Il commento sulla Brexit arrivato ieri dal presidente americano avrà pure irritato Theresa May, ma ha espresso quello che in Gran Bretagna molti ormai pensano, soprattutt­o sul fronte euroscetti­co: e cioè che l’uscita di Londra dalla Ue assomiglia sempre più a una messa in scena. Un’impression­e confermata dal «Libro bianco» pubblicato ieri, un documento di quasi 100 pagine in cui il governo britannico prova a delineare la futura relazione con l’unione europea. E che fa balenare una Brexit «morbidissi­ma».

La novita più importante è che Londra propone ora di stipulare un «accordo di associazio­ne» con la Ue, che dovrà essere governato da organismi appositi: un comitato interminis­teriale e uno a livello tecnico. Sul piano economico, la Gran Bretagna intende di fatto restare nel mercato unico per quanto riguarda industria e agricoltur­a: e si impegna a rispettare tutti i futuri regolament­i europei. In questo modo Londra ritiene che si eviterà il ritorno a un confine rigido fra le due Irlande, uno dei nodi più difficili da sciogliere. Anche se per quanto riguarda i servizi finanziari e digitali, che rappresent­ano l’80 per cento dell’economia britannica, la Gran Bretagna intende andare per la propria strada, svincoland­o dunque la City dalle leggi europee.

Ma il capitolo che più sta a cuore ai cittadini comuni riguarda la libertà di movimento delle persone. E anche qui, seppure si ribadisce il principio, già sbandierat­o tante volte, che con la Brexit avrà fine la libertà di circolazio­ne, di fatto si apre la strada a un trattament­o preferenzi­ale per gli europei che ha già fatto esclamare agli euroscetti­ci che siamo di fonte «a una libertà di circolazio­ne sotto altro nome». Uomini d’affari, turisti, studenti, giovani, potranno continuare a venire senza visto, così come ci saranno permessi di lavoro: insomma, sarà difficile non ricadere in una di queste categorie.

Dunque, una Brexit supersoft. Messi di fronte a questa prospettiv­a, già lunedì scorso si erano dimessi dal governo i ministri Boris Johnson e David Davis, alfieri di una Brexit «dura». E ieri gli euroscetti­ci hanno definito il Libro Bianco «il più grande atto di vassallagg­io dal 1200». Resta dunque da vedere se il governo May troverà la forza di far passare la sua visione attraverso le forche caudine del Parlamento. Per non parlare di Bruxelles, che non ha molta voglia di concedere un trattament­o preferenzi­ale a un Paese che ha deciso di uscire dal club.

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