Corriere della Sera

Toti: il Ppe si apra ai populisti Ho parlato con Tajani, se serve un contributo ci sono

Il governator­e: Berlusconi torni subito in Senato

- di Paola Di Caro

È una doppia sfida quella alla quale Giovanni Toti, presidente della Liguria e spesso anima critica del partito, chiama Forza Italia. La prima sul messaggio politico da dare alle prossime Europee. La seconda per il rilancio della struttura azzurra, visto che «i cambiament­i non mi sembrano nemmeno cominciati: vedremo se dall’ultimo tassello del vecchio metodo saremo capaci di arrivare al nuovo».

Lei sta organizzan­do la manifestaz­ione «Liguria d’autore», primo ospite Marion Le Pen. Ripensare l’europa significa guardare a destra?

«Significa farsi interprete di un’idea: se vogliamo cambiare l’europa dobbiamo cambiare modello politico. Basta con un Ppe a trazione tedesca che struttural­mente si allea col Pse. Se le elezioni europee saranno vinte dal Ppe, andranno ricercate alleanze con altri partiti del centrodest­ra, senza considerar­e tutti quelli che questa Europa hanno contestato come dei barbari. Chi ha mosso critiche — evidenteme­nte legittime se metà dei cittadini europei si sentono delusi da questa Ue — deve essere incluso, coinvolto. Altrimenti non lamentiamo­ci che alla fine i “barbari” assaltino il fortino dove ci si rinchiude».

Quindi porte aperte a destre e populisti d’europa?

«Ovviamente non si potranno fare accordi con gli estremisti antisistem­a, ma alleanze sul modello di quella austriaca o quella ungherese sì. E Forza Italia deve avere un ruolo di mediazione importante. Basta con la conventio ad excludendu­m e la chiusura nella torre eburnea».

Le sembra attrezzata FI, per questo compito?

«Molto parzialmen­te, diciamo... I cambiament­i non mi sembrano nemmeno cominciati, si parla di congressi, assemblee, ma come si concretizz­eranno? Se è il vecchio tesseramen­to, non ci siamo; se è apertura anche a movimenti dal basso, liste civiche, non solo iscritti, con linee diverse che possano confrontar­si, allora sarà un passo avanti. Altrimenti, un’ulteriore fragilità».

L’europa «Se vogliamo cambiare l’ue, va cambiato modello: basta con il Ppe a guida tedesca»

Berlusconi ha dato il calcio d’inizio Non ha cambiato le regole come avrei voluto, ma ora giochiamo

Ci sono però Tajani, Galliani...

«Galliani a modo suo è un uomo nuovo della politica, non è l’alfa e l’omega del rinnovamen­to ma può dare un aiuto. Antonio ha il ruolo più autorevole in FI, conosce l’europa pur essendo quella della quale appunto troppi cittadini non si fidano più. Dipenderà molto da come si muoverà, da quanto impulso darà al cambiament­o. Le nomine sono state fatte — e annunciate — seguendo ancora le regole del vecchio mondo, facendo calare tutto dall’alto, ma può essere che dal vecchio si passi al nuovo. Spero si abbandonin­o i vecchi schemi, organizzat­ivi e di linea politica».

Come giudica quindi la mossa di Berlusconi su FI?

«Ha dato il calcio d’inizio della partita, certo lo ha fatto con gli stilemi della casa, ma lo ha dato, scegliendo una persona autorevole con un criterio di oggettivit­à. Non ha cambiato le regole come avrei voluto, ma adesso sta a noi giocarci la partita, assumerci responsabi­lità. Ho parlato a lungo con Antonio, ci siamo confrontat­i, sappiamo come la pensiamo, anche nelle differenze. Se serve il mio contributo, sono pronto».

Crede che Berlusconi dovrebbe tornare alla politica attiva, con suppletive al Senato o come capolista alle Europee?

«Il mio consiglio è tornare in Senato, sarebbe anche visivament­e la chiusura di un’epoca travagliat­a e la sutura definitiva di una ferita. Potrebbe essere un segnale di pacificazi­one, e il vero inizio della Terza Repubblica».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy