Urla e spintoni, la prima rissa alla Camera è tra Lega e FDI
ROMA È la prima rissa nell’aula della Camera e Roberto Fico è costretto a sgolarsi per riportare l’ordine: «Silvestroni, Silvestroni! Chiamo i commessi, subito (Scambio di apostrofi tra deputati dei gruppi Lega e Fratelli d’italia che entrano in contatto e tra i quali si frappongono gli assistenti parlamentari). Liuni, deputato Liuni! (I deputati del gruppo Pd scandiscono le parole: Dimissioni!)… Sospendo la seduta». Sono le 12.37 quando il presidente spedisce tutti fuori e consegna al resoconto stenografico le urla e gli insulti, i ceffoni e (pare) anche i pugni volati tra maggioranza e opposizione. Sul ring i deputati della Lega e di Fratelli d’italia, mentre dem e azzurri intonano in coro, a mo’ di sberleffo, «Onestà! Onestà!». A scatenare l’«onorevole» zuffa è stato il decreto legge sul tribunale di Bari. Perché il ministero della Giustizia ha traslocato provvisoriamente la tendopoli in una proprietà di Pino Settanni, imprenditore che indiscrezioni di stampa ritengono vicino ad ambienti mafiosi? Quando Federico Fornaro di Leu ha letto le parole dell’assente ministro Alfonso Bonafede («La procedura è stata regolare, ma faremo ulteriori approfondimenti») apparse in diretta sui profili social del Guardasigilli, in Aula è scoppiato il caos. «Ho sentito inesattezze gravi, alcune con peso penale» ha attaccato il sottosegretario Vittorio Ferraresi e Lele Fiano (Pd) ha chiesto a Fico di richiamarlo: «Lui non ha diritto di minacciare». Bonafede si è poi presentato in Aula per dire che «gli uffici faranno approfondimenti» e per scusarsi di aver informato i cittadini (via Twitter) prima del Parlamento.