Meloni: il reato di tortura limita il lavoro degli agenti
La vicenda
● In una classe con ventuno alunni del liceo Beccaria di Milano ci sono stati tre bocciati all’esame di maturità
● Gli studenti hanno ricevuto voti bassissimi all’orale, tanto che chi aspirava al 100 e lode (il massimo) si è dovuto «accontentare» di un 85 mentre nella classe di fianco, la 5ª E, in quattro hanno raggiunto il voto più ambito
● Tra coloro che dovranno ripetere l’anno c’è anche una ragazza che ha frequentato la quarta liceo negli Usa, lì ha conseguito il diploma ed è già ammessa all’università a Maastricht: presenterà ricorso
● I ragazzi accusano il commissario interno di averli penalizzati all’esame mentre i commissari esterni sarebbero stati giusti con loro
Tre bocciati e voti minimi al resto della classe: maturità a dir poco frustrante per la 5G del liceo classico Beccaria di Milano, tra gli istituti più brillanti della città.
Ammessi e poi respinti due ragazzi e una ragazza. Ed è soprattutto il caso di quest’ultima a fare clamore, mentre la famiglia prepara il ricorso da presentare Tar, e al centro dell’intrigo — a sentire gli studenti e qualche professore — ci sarebbe un docente che insegna da tanti anni, stimatissimo a livello didattico, alfiere di una linea rigorista che in sede d’esame è stata appoggiata anche da altri commissari.
La ragazza aveva un curriculum scolastico di tutto rispetto: 19 crediti su 25, quarto anno passato in Usa (con diploma a pieni voti conseguito oltreoceano), media appena sotto il 7, nessuna materia in bilico, e ancora 180 ore di alternanza scuola lavoro. A settembre doveva volare all’università
«Abolire il reato di tortura che impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro». Ha provocato scalpore la frase della leader di FDI Giorgia Meloni su twitter. Che infatti più tardi ha cancellato il tweet e scritto che bisogna «modificare» il reato.
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