Corriere della Sera

«Dove sei? Perché non mi raggiungi in India?»

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Scrivere queste parole è probabilme­nte insensato, ma da quando l’altra sera ho sentito il tuo profumo, non ho fatto altro che pensare a quando potevo percepire quella fragranza sulla tua pelle. In un secondo sono riemersi, dal profondo del cuore dove li avevo riposti per non soffrire più, i tuoi gesti semplici e delicati che la spargevano nell’aria. È tornata, fulgida, la sensazione di sicurezza che mi colmava quando potevo respirarla, quell’aria, perché ero sicuro che la stessi respirando anche tu, e ti percepivo vicina. Un brivido mi ha percorso la schiena, come quello che provavo quando vedevo te: sarei voluto rimanere lì per sempre. Ma la pelle che vestiva quel profumo non era la tua, non c’erano i tuoi gesti a spargerlo nell’aria e non solo io potevo respirarla. E tu dov’eri? Dove sei ora? Io nel frattempo sono arrivato in India, immergendo­mi in strade di patchouli e zenzero. Lo sai, volevo venirci con te, e quando tra poco mi lascerò cadere a letto stanco, ti sognerò arrivare da dietro, in accappatoi­o, per darmi un bacio sul collo. Ma non saresti mai partita con me: questo viaggio non ti piaceva. Eravamo diversi in tutto, eppure più lo realizzavo più non riuscivo a fare a meno di te. Da quando ci siamo lasciati ho provato a dimenticar­ti ma, nonostante menta a me stesso dicendo di esserci riuscito, sono qui, dall’altra parte del mondo, ad aspettarti con il cuore in mano.

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