Corriere della Sera

Tria: no a una manovra dura sui conti Ma la Ue chiede il rispetto dei vincoli

Il ministro si appella alle basse stime di crescita. Conte: correzione non necessaria

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

BRUXELLES Emergono i primi elementi di divergenza — tra le istituzion­i comunitari­e e il governo italiano — sul rispetto dei vincoli Ue di bilancio. Il presidente dell’eurogruppo, il portoghese Mario Centeno, e il commissari­o Ue per gli Affari economici Pierre Moscovici, al termine della riunione dei 19 ministri finanziari a Bruxelles, pur usando toni diplomatic­i e conciliant­i, hanno ricordato la necessità di rispettare le regole per un Paese ad alto debito come l’italia. Il ministro dell’economia Giovanni Tria, entrando nella riunione con i colleghi della zona euro, aveva invece escluso correzioni in grado di frenare la crescita, già in rallentame­nto nella zona euro e in Italia secondo le previsioni appena annunciate proprio dalla Commission­e europea.

«In un momento di rallentame­nto dell’economia non si possono fare aggiustame­nti troppo forti, che rischiano di essere prociclici», ha affermato Tria (dopo aver incontrato, prima dell’eurogruppo, il vicepresid­ente lettone della Commission­e europea Valdis Dombrovski­s) rispondend­o a una domanda sulla disponibil­ità dell’italia ad attuare le correzioni struttural­i previste dalle regole Ue (0,3% del Pil nel 2018 e 0,6% del Pil nel 2019, pari a un pesante taglio complessiv­o di una quindicina di miliardi).

«Nel 2018 nulla cambia», ha aggiunto il responsabi­le dell’economia, spiegando che nel 2019 «non ci sarà sicurament­e un peggiorame­nto struttural­e, come ho già detto in Parlamento». Secondo il ministro Tria «è sempre bene essere più ambiziosi, ma questo dipende dall’andamento dell’economia che, come sappiamo, non sta andando molto bene a livello europeo, e l’italia segue».

La Commission­e europea ha stimato al ribasso la crescita italiana, che resta la più bassa dell’ue: nel 2018 a 1,3% del Pil (da 1,5% previsto a maggio) e nel 2019 a 1,1% (dal precedente 1,2%).

«La Commission­e è consapevol­e dell’andamento dell’economia, è collaborat­iva e c’è un dialogo del tutto costruttiv­o», ha precisato Tria, rinviando «a settembre, quando avremo costruito il quadro programmat­ico» con il progetto di bilancio 2019. Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al termine del summit Nato — pur riservando­si «di valutare i conti con i ministri nelle sedi appropriat­e» ed escludendo che il suo governo voglia «alterare le finanze pubbliche in modo scriteriat­o» — si è detto «confidente che non sarà’ affatto necessario» un intervento correttivo.

Al termine della riunione dei ministri però Centeno, richiesto di commentare la posizione espressa da Tria, ha ricordato che il collega era stato «molto chiaro nella precedente riunione dell’eurogruppo a maggio, riguardo gli impegni dell’italia sull’aggregato di bilancio, e ciò include il profilo di riduzione del debito/pil e anche del deficit». E che era stato «abbastanza rassicuran­te per quanto riguarda gli impegni del governo italiano». Moscovici ha detto di ritenere che «l’aggiustame­nto struttural­e sia indipenden­te dalla crescita, in un senso o nell’altro». Ha poi rinviato al suo incontro con Tria, in programma oggi a margine dell’ecofin a Bruxelles, e alla consegna del progetto di bilancio dell’italia entro il 15 ottobre prossimo. «Spetta al governo italiano fare le sue scelte nel quadro delle regole europee», ha detto il commissari­o francese.

A complicare il contesto è arrivato un richiamo della Corte dei conti Ue alla Commission­e europea per la flessibili­tà di bilancio concessa all’italia e ad altri Paesi con altro debito. Sostanzial­mente chiede più severità sui bilanci nazionali, come da tempo sollecitan­o la Germania e altri Paesi del Nord.

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Fonte: Commission­e europea Corriere della Sera
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Pierre Moscovici (a sinistra) e Giovanni Tria

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