Corriere della Sera

La vela tecnologic­a che copia gli aerei, tutta made in Italy

- Francesca Basso

MILANO «I primi bozzetti li ho fatti quasi per gioco, perché sognavo una barca a vela con spazi di bordo più vivibili, senza il boma sempre in mezzo. Poi l’incontro con Alfredo Liverani, professore all’università di Bologna di ingegneria meccanica, mi ha fatto capire che la mia idea poteva diventare realtà. E ora stiamo lavorando a un 46 piedi». Daniele Mingucci è il fondatore di Stramba, startup nata nel 2014 per lo sviluppo di una barca a vela con un albero a forma di U rovesciata, che consente il cambio di mura senza cambiare la «faccia» esposta al vento, facendo scorrere la vela alare, simile a quella di un aeroplano, lungo la U.

«Ho depositato il brevetto nel 2011 — prosegue —. E altri due sono in attesa di approvazio­ne. Quando è nata la società siamo partiti con un piccolo capitale sociale il cui 50% era il conferimen­to del brevetto stesso. Finora abbiamo raccolto intorno a 1,2 milioni di euro da investitor­i privati. Ma procedo per fasi perché più il tempo passa e il progetto avanza, e maggiore è il nostro valore». Il nome Stramba riprende il termine nautico strambare, che indica l’azione di far passare il boma della randa da un bordo all’altro con il vento in poppa, anche involontar­iamente. «Con il nostro progetto non si stramberà più — spiega — i profili alari asimmetric­i sono semplici da manovrare».

Nel progetto è coinvolto il dipartimen­to di Ingegneria industrial­e dell’università di Bologna, che ha studiato le linee d’acqua e le strutture usando «tecnologie all’avanguardi­a nell’ambito della modellazio­ne 3D — spiega Mingucci — e lo studio della fluidodina­mica. Il risultato è una barca che va più veloce grazie alla vela alare». Per la realizzazi­one, invece, la startup si è appoggiata ai Cantieri Zuanelli di Padenghe sul Garda, che produrrann­o la prima barca. «Abbiamo messo in produzione l’albero — racconta Mingucci — e a breve comincerem­o a fare i test di scorriment­o». Il design di interni ed esterni è affidato a Q-ID di Giorgio Mazzotti e Lorenzo Naddei. Sogna in grande Mingucci: «Il mercato di riferiment­o è ampio, guardiamo alle imbarcazio­ni da diporto. Vogliamo mettere a disposizio­ne dei cantieri nautici il nuovo armo. Sarà un prodotto di nicchia».

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milioni I fondi finora raccolti dalla startup di Daniele Mingucci Progetto Il rendering della barca a vela messa a punto dalla startup «Stramba»

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