La finale tocca all’argentino Pitana Ci sarà un po’ d’italia: scelto Irrati alla Var
MOSCA Non era il favorito e la sua scelta è stata sicuramente favorita dalla presenza di due europee in finale. Nestor Pitana (foto), 43 anni, arbitro argentino, è stato scelto per fischiare Croaziafrancia dopo un Mondiale solido come il suo fisico ingombrante. In questo Mondiale, Pitana ha arbitrato moltissimo. La finale sarà la sua quinta partita dopo l’inaugurale Russia-arabia Saudita e Sveziamessico nei gironi, Croazia-danimarca negli ottavi e Franciauruguay nei quarti. La dimostrazione che Collina si fida molto di lui. Ha estratto dodici cartellini gialli e nessun rosso. L’unico vero intoppo è stato con la Var in Svezia-messico, quando non ha visto un calcio di rigore per fallo di mano del Cicharito Hernandez ma la partita è finita 3-0 per gli scandinavi e non c’è stato motivo di lamentarsi. Gianluca Rocchi è stato sacrificato anche alla geopolitica: ha arbitrato bene ma non si poteva trasformare il Mondiale in un Europeo. Il favorito sembrava l’arbitro iraniano Alireza Faghani, che sarebbe stato il primo asiatico a fischiare una finalissima. Faghani si dovrà consolare con Belgio-inghilterra, per il terzo e quarto posto. In finale ci sarà un pizzico di Italia: Massimiliano Irrati si occuperà della Var. casa, voglio andare in finale e vincerla — il grido di battaglia —. Mettiamoci tutto, perché ci dobbiamo riuscire». Paul in campo è meno lezioso, più solido e continuo. E parla molto anche a fine partita. Perché vuole dimostrare a tutta la Francia (e non solo) di essere diverso, maturo, decisivo: «Sappiamo quello che dobbiamo fare, ne abbiamo parlato tra di noi — spiega —. Non ci rimane che mostrare compattezza, serietà e aggressività».
Caratteristiche che sono il marchio di fabbrica di casa Croazia, in cui anche Modric gioca duro quando serve. Ma nessuno è un duro come Marione, a segno sia con la Danimarca agli ottavi, che nel gol decisivo contro gli inglesi. Eppure, come Pogba, anche Mandzukic è andato oltre in questo Mondiale: le sue lacrime a fine partita contro l’inghilterra, nella lunga cerimonia croata con le famiglie e le bandiere (per lui quella di Slavonski Brod, la sua città, famosa per il prosciutto Kulen), sono il segnale che il momento è storico. «Siamo così vicini all’impresa che dobbiamo lasciare ogni goccia di sudore sul campo. Giocare con questa
Esperienza
Paul: «Due ani fa abbiamo sottovalutato il Portogallo, non ripeteremo l’errore»
maglia per noi è speciale ed è incredibile quello stiamo facendo, forse non ce ne rendiamo conto fino in fondo nemmeno noi. Abbiamo atteso tanti anni per fare qualcosa di speciale per la Croazia. E adesso che siamo vicini a realizzarla fino in fondo dobbiamo crederci. E continuare a giocare con il cuore». Quello a scacchi bianchi e rossi cattura gli occhi.