Corriere della Sera

Due modi diversi di essere guide

La grinta del croato, la crescita del francese che ha imparato a comandare

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

Stelle

● Mario Mandzukic, nato a Slavonski Brod, si trasferisc­e con i genitori in Germania nel 1992, vicino a Stoccarda, per fuggire dalla guerra. Torna in patria nel 1996. Ha giocato nel Wolfsburg, nel Bayern Monaco, nell’atletico ed è alla Juve dal 2015

● Paul Pogba, 25 anni, è nato in Francia da una famiglia che emigrò dalla Guinea. A 16 anni è già al Manchester United; in Premier debutta nel 2011. Poi i quattro anni alla Juventus, dove esplode, prima di tornare allo United di Mourinho per 105 milioni di euro MOSCA Gli occhi. Bisogna partire dagli occhi: quelli sgranati di Mario Mandzukic, che segna il 2-1, travolge l’inghilterr­a, il fotografo (che poi lo immortala in una delle foto simbolo del Mondiale) e il tempo che passa. E quelli di Paul Pogba, che si batte il petto, parla in mezzo al cerchio dei compagni, gioca l’ennesima partita essenziale contro il Belgio. Sono giocatori profondame­nte diversi, Mandzukic e Pogba, per le loro caratteris­tiche e la loro storia. In comune hanno solo la Juve, per una stagione. Con Allegri che adesso tifa la Croazia di Mario e ha spesso tirato le orecchie a Paul.

Eppure, adesso che si incrociano

Impresa

Mario: «Siamo vicini all’impresa, dovremo lasciare sul campo ogni goccia di sudore»

giocandosi un Mondiale, si ritrovano a essere tutti e due leader fondamenta­li, pesanti in campo e nello spogliatoi­o. Di quelli che guidano la squadra con l’esempio e anche con le parole. Il francese gioca per spegnere quel fastidioso rumore di fondo, prodotto da chi discute il suo talento: «Pensano che sia poco serio, che sia concentrat­o più sugli sponsor che sul campo — aveva detto prima di partire per la Russia —. Ma adesso voglio prendere la squadra in mano: ne riparliamo il 15 luglio». Il croato invece a 32 anni lotta in campo come se non ci fosse un domani. E adesso in effetti, siamo alla resa dei conti. Per tutti e due.

Il salto di qualità maggiore lo ha fatto Pogba, in discussion­e anche nello United di Mourinho: il Polpo era finito sulla griglia all’europeo di due anni fa, quando non trovò la continuità di rendimento e giocò una finale anonima. Proprio quella partita «dolorosa» (definizion­e di Deschamps) è il vero punto di riferiment­o di questa giovane Francia. «Perché contro il Portogallo nel 2016 pensavamo che avremmo vinto senza problemi — spiega Pogba —. E che dopo aver battuto la Germania in semifinale il più fosse fatto. Adesso vi garantisco che non ripeteremo l’errore di sottovalut­are i nostri avversari».

Sarà per la vicinanza del factotum Kanté in campo, sarà perché a 25 anni è già tra i più esperti della Francia, ma Pogba è più rilassato del solito, più in pace con se stesso. Due anni fa non parlava mai, ieri ha fatto l’imitazione di Umtiti, l’uomo che ha deciso la semifinale col Belgio. Questo nuovo Pogba, più leggero, pesa anche nello spogliatoi­o: è stato lui a fare il discorso prima della sfida contro l’argentina. E anche prima del Belgio: «Non voglio tornare a Decisivi

Mario Mandzukic, 32 anni, e Paul Pogba, 25. L’unica cosa che hanno in comune è aver giocato insieme per una stagione nella Juve (Afp, Epa)

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy