«Heidi», la satira sulla tv a caccia di format assurdi
Non sapevo di essere incinta, Malattie imbarazzanti e Sepolti in casa non bastano. Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali, sempre più surreali. Uno spunto narrativo che nel suo nuovo romanzo Heidi (Fazi Editore) lo scrittore Francesco Muzzopappa trasforma in una satira pungente, una presa in giro del mondo della tv a caccia di idee sempre più folli che viaggiano nei cieli rarefatti dell’assurdo. La cornice è quella di Videogramma, un’azienda di contenuti televisivi in cui da anni lavora Chiara. Fa la direttrice casting ma si sente piuttosto «coordinatrice di un centro di riabilitazione per casi psichiatrici», obbligata giorno dopo giorno ad assistere a «una passerella quotidiana di freak» come il lanciatore cieco di coltelli. In fondo Muzzopappa racconta con una realistica iperbole, dunque con la cifra dell’ironia, quello che succede davvero in tv, dove l’unico modo per attirare l’attenzione ormai sono Esagerazione, Enfasi, Eccesso, Esasperazione. Le regola delle quattro «E» che norma lo stile contemporaneo. In una serata lisergica Chiara troverà la chiave sempre più trash di nuovi format da Nonno anziano e vergine a Macchine rigate; da Freccette mortali a Ombelico a sorpresa. In quest’avvolgente abbaglio di invenzioni e illusioni non è da escludere che un autore a corto di idee lo prenda davvero come una guida a nuovi format.