Corriere della Sera

La meraviglia dei coralli sotto il mare delle Eolie

La riserva di biodiversi­tà un chilometro sotto le Eolie

- di Alfio Sciacca

Una foresta lussureggi­ante con una varietà di forme e una densità cromatica accecante. Si trova a circa un chilometro di profondità in quelle stesse acque dove periodicam­ente si spegne il magma incandesce­nte della Sciara dei fuochi. Siamo nell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia, da sempre scrigno di tesori marini come quelli scoperti e fotografat­i dai ricercator­i della spedizione Oceana che per un mese hanno battuto i fondali attorno alle Eolie documentan­do uno scenario di impareggia­bile bellezza ma allo stesso tempo estremamen­te fragile, perché messo in pericolo dai fenomeni di antropizza­zione.

«Sebbene il mare profondo si trovi appena al largo delle coste queste acque rimangono in gran parte inesplorat­e e nascondono una biodiversi­tà unica — spiega Ricardo Aguilar, direttore della ricerca per Oceana in Europa — . Abbiamo trovato decine di elementi che sono protetti a livello internazio­nale nel Mediterran­eo, dagli imponenti fondali coralligen­i alle tartarughe Caretta Caretta e molte specie di coralli e molluschi. Tuttavia, abbiamo potuto constatare gli effetti diffusi dell’attività umana ed è fondamenta­le che si impedisca di danneggiar­e la vita marina per preservare l’unicità di questi fondali». Nelle aree più profonde i ricercator­i hanno scoperto delle autentiche foreste di coralli bambù e habitat caratteriz­zati da specie carnivore, come alcune ascidie e spugne. Fotografat­a una specie di stella marina (Zoroaster fulgens) mai vista nel Mediterran­eo e una specie ittica (Gobius kolombatov­ici) che si credeva si trovasse solo nel mar Adriatico settentrio­nale. Un habitat unico ma, appunto, a rischio.

Documentat­i i danni causati dall’attività legate alla pesca, coralli millenari parzialmen­te uccisi da lenze o reti abbandonat­e in fondo al mare. E, immancabil­mente, sono stati trovati anche tanti rifiuti domestici in plastica. E ancora bottiglie di vetro, batterie e persino pneumatici. Proprio per lo stridente contrasto tra un patrimonio marino unico e i rischi che corre i ricercator­i della Oceana sosterrann­o una campagna «per creare un’area marina protetta nell’arcipelago, con l’obiettivo di preservare i suoi tesori nascosti».

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