Corriere della Sera

«Un pilota ai comandi c’è»

- di Matteo Salvini

Caro direttore, prendo spunto dall’editoriale di ieri firmato da Antonio Polito per spiegare brevemente quanto abbiamo fatto e quello che vogliamo fare a proposito di immigrazio­ne e non solo. Sono al Viminale da un mese e mezzo e sono sbarcate 3.716 persone. Nello stesso periodo dell’anno scorso erano state 31.421.

Polito sostiene che il sottoscrit­to abbia subìto «il primo smacco della campagna d’estate» nell’affaire della nave Diciotti. Non sono d’accordo: in un primo momento due immigrati sono stati indagati e tutti gli altri interrogat­i. D’altronde, le violenze a bordo non sono tollerabil­i. Per questo avevo chiesto l’immediato accertamen­to delle responsabi­lità. E ieri sono scattati dei fermi.

Avrei preferito delle misure più severe fin da subito? Certo. Ma non dipendevan­o, come è noto, dal ministro dell’interno. Di sicuro non siamo più un Paese colabrodo. Lo stesso Polito mi riconosce «l’indiscutib­ile merito» di aver scosso l’ipocrisia europea. L’ultimo risultato sono i cento immigrati che volevano arrivare in Sicilia e che Francia e Malta hanno accettato di accogliere. Non era mai successo. Eppure non mi basta: voglio invertire la rotta rispetto ai disastrosi anni del Pd. Come?

Le Commission­i territoria­li (quelle che devono riconoscer­e o meno la protezione internazio­nale) hanno 250 funzionari in più. Entro fine anno ne arriverann­o almeno altri 170. E useremo fondi europei per tagliare la burocrazia. Risultato: sarà più veloce identifica­re gli immigrati. Da una parte quelli che devono essere accolti, dall’altra i clandestin­i. Sempre a questo proposito, abbiamo emanato una direttiva per dare criteri più stringenti per la concession­e della cosiddetta «protezione umanitaria». È una anomalia italiana. Sulle nostre coste si sono contati 650mila arrivi e ora si registrano oltre 130mila pratiche pendenti: vanno smaltite in fretta. Non solo. Entro l’anno saranno attivati i nuovi centri permanenti per i rimpatri, come scritto nel contratto di governo. L’obiettivo finale è averne almeno uno per regione.

Anticipo che intensific­heremo il monitoragg­io sui centri di accoglienz­a: chiuderemo quelli con i gestori coinvolti in inchieste giudiziari­e. E proprio per tenere alla larga i furbetti, ridurremo le spese per l’accoglienz­a. Lo faremo in collaboraz­ione con l’autorità nazionale anticorruz­ione. Nessun intento disumano: sempliceme­nte, vogliamo uniformarc­i ad altri Paesi europei e togliere ossigeno a chi utilizza l’immigrazio­ne come business. Da 35 euro al giorno per immigrato scenderemo a circa 25 — senza ridurre i servizi — con un risparmio di 500 milioni l’anno e che investirem­o in sicurezza.

Polito sostiene che non si parla di espulsioni. Forse non se ne parla abbastanza, ma ci sto lavorando dal primo giorno. L’obiettivo a medio termine è aumentare i rimpatri volontari assistiti, tanto che il 16 luglio sarà sottoscrit­to con la Commission­e europea il primo progetto da 6 milioni. A breve ne seguiranno altri tre. Proprio per moltiplica­re le espulsioni e bloccare le partenze (e quindi evitare i morti in mare) abbiamo un piano di aiuti. In particolar­e per la Libia. Nei prossimi mesi intendo incontrare i leader di tutti i Paesi del Nordafrica per avviare (o rinforzare) gli accordi bilaterali. E a Bruxelles abbiamo già sollevato il tema della revisione della missione internazio­nale Sophia, quella che si occupa della vigilanza del Mediterran­eo. Non sono le solite chiacchier­e: ci sarà una riunione ufficiale, il 18 luglio. L’italia non può più essere il campo profughi dell’europa. E visto che vogliamo parlare di risultati, mi fa piacere ricordare la direttiva sulle spiagge sicure: per la prima volta gli enti locali avranno dei fondi per fronteggia­re commercio abusivo e illegalità. Soprattutt­o, anticipo l’intenzione di presentare un «Decreto Sicurezza» che, tra le altre cose, affronterà il tema dei cosiddetti profughi-vacanzieri. Parliamo degli stranieri che scappano dal loro Paese ma vi tornano per le ferie (eppure gli abbiamo concesso la protezione: è normale?!).

Attenzione. Il ministro dell’interno non può e non deve occuparsi solo di immigrazio­ne. Il mio principale obiettivo è la lotta senza quartiere alla grande criminalit­à organizzat­a. Per questo passerò il Ferragosto in Calabria, con il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Per Polito, qualcuno si chiede «se c’è un pilota ai comandi». Dato che c’è una rotta chiara, mi pare proprio di sì. I cittadini, poi, giudichera­nno la qualità delle scelte. Cordialmen­te (vicepremie­r e ministro

dell’interno)

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Prima pagina Il «Corriere» di ieri con il fondo di Antonio Polito
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