Corriere della Sera

«Alle mamme là fuori: ho giocato anche per voi»

La Williams crolla con la Kerber e scoppia in lacrime

- di Gaia Piccardi

«Non sono una supermamma. Sono soltanto io ed è tutto quello che posso essere. Ho giocato per tutte le mamme». Le lacrime di Serena Williams, la regina del tennis sconfitta in finale, a dieci mesi dal parto, dalla tedesca Kerber, commuovono Wimbledon.

LONDRA Piangere, in tanti anni, l’avevamo vista una volta sola. Quando dal taglio cesareo tirano fuori Olympia e gliela appoggiano sul petto largo, lo stesso che l’abituccio Nike, in due settimane di torneo, è riuscito a stento a contenere. Ma non ci sono gradi di separazion­e tra la protagonis­ta di «Beeing Serena», il documentar­io di Hbo che racconta la sua vita, e la Williams che si arrende nella decima finale

 Non sono speciale, se ce l’ho fatta io a tornare dopo la gravidanza potete farcela anche voi

di Wimbledon (7 titoli) ad Angelique Kerber, l’unica avversaria che ha i mezzi — atletici e tecnici — per smascherar­e il bluff della super mamy. E quindi piange, Serena, la voce rotta mentre si rivolge ai tifosi e al popolo delle mamme in ascolto, «sappiate che se a tornare dopo la gravidanza ce l’ho fatta io ce la potete fare anche voi, nulla è impossibil­e, basta volerlo» dice infilando gli slogan che l’hanno resa un’influencer oltre che una campioness­a; seppure, per un giorno, sconfitta.

È sovrappeso, ha giocato con calze a rete contenitiv­e e sbagliato moltissimo (24 errori gratuiti), corre poco e male, ancora ancora in orizzontal­e sulla riga di fondo, in

Tifosi vip

Quanti tifosi per lei: da Kate a Meghan, da Hamilton a Tiger Woods a Kate Winslet

avanti è un disastro. Tutto normale: dieci mesi fa ha partorito Olympia. «La mia vita ora ruota intorno a mia figlia però era giusto provarci, considero la finale di Wimbledon un passo enorme all’interno di un viaggio che continua: molti obiettivi restano da raggiunger­e» spiega con occhi bistrati da pantera, pronta ad affrontare il cemento americano. Dopo aver vinto 23 titoli Slam (sfumato l’aggancio a quota 24 con Margaret Court), forse ha ragione: l’importante a Londra non era strafare ma dimostrare a se stessa di essere ancora una tennista. Una working mum in servizio permanente.

C’erano tutti. L’amica duchessa di Sussex Meghan Markle (per lei all’esordio a Wimbledon) e la principess­a di Cambridge Kate. Tiger Woods e Lewis Hamilton, rappresent­anti al maschile del black power. Anna Wintour e Kate Winslet. Festa rovinata dal 6-3 6-3 in un’ora appena con cui la Kerber si è annessa il primo titolo di Wimbledon, il terzo Slam, confermand­osi l’erede tedesca di Steffi Graf, l’idolo che guardava in tv da bambina. Serena assiste alla celebrazio­ne dell’imbucata con grazia, ricomponen­dosi per ricevere il piattino della sconfitta, un ruolo che non le appartiene. Lo stuolo di vip e nobiltà aspettava la Williams, e invece stringe la mano ad Angie, confusa e felice. Serena torna da Olympia con la ricetta in tasca: «Stasera per addormenta­rla le racconterò la mia storia a Wimbledon 2018, però con il finale cambiato».

 ??  ?? Dialogo tra Angelique Kerber (30 anni) e Serena Williams (36 anni) durante la finale di Wimbledon, vinta dalla tedesca
Dialogo tra Angelique Kerber (30 anni) e Serena Williams (36 anni) durante la finale di Wimbledon, vinta dalla tedesca
 ??  ?? Applausi Serena Williams abbraccia Angelique Kerber. Kate e Meghan applaudono (Ap, Reuters)
Applausi Serena Williams abbraccia Angelique Kerber. Kate e Meghan applaudono (Ap, Reuters)
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