Corriere della Sera

LA BENEFATTRI­CE E IL COSTO DI FARE DEL BENE

- di Aldo Grasso

Liti fra benefattor­i. «Di fronte alla fragilità del diritto, credo occorra recuperare l’empatia e l’umanità necessarie per comprender­e che su quelle barche, in quelle prigioni e nel deserto potremmo esserci noi e i nostri cari. In quel caso, non vorremmo forse che qualcuno ci salvasse e si prendesse cura di noi?». A pronunciar­e questo alato appello è la milionaria Regina Catrambone sul suo blog dell’huffpost Italia (tre giorni fa).

Salvataggi Regina Catrambone e i soldi delle Ong per stare sulla sua nave Moas

Catrambone è a capo dell’organizzaz­ione di soccorso in mare Moas, tra le più attive nel recupero di migranti nel Mediterran­eo ma finita nella tempesta per le «ombre» nella gestione dei salvataggi.

Sul suo profilo Twitter, Toni Capuozzo ha scritto: «Silenzio sulle parole amare con cui Gino Strada ha raccontato dei soldi pretesi dalla Ong maltese Moas. Avendo sollevato dubbi sul loro operato molto molto tempo fa mi chiedo cosa provi il coro giornalist­ico che aveva cantato le lodi della benefattri­ce Regina Catrambone». Strada aveva detto in tv che la Ong Moas chiedeva 230 mila euro al mese a Emergency per poter stare sulla sua nave finché la Croce Rossa non gliene ha offerti il doppio, 400 mila euro. A quel punto Emergency è stata «sfrattata». Per carità, i salvataggi in mare hanno un costo, la beneficenz­a appaga soprattutt­o chi la fa, il coro intona il «Salve Regina», ma chi fa del bene almeno lo faccia bene.

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