Corriere della Sera

Tutti a Mosca Il Mondiale perfetto dello zar

- di Paolo Tomaselli e Luca Valdiserri

Il Mondiale perfetto. Quello che si chiude oggi a Mosca con la finale tra Croazia e Francia. Un successo di pubblico e di ritorno economico e di immagine per la Russia. Tre milioni di tifosi arrivati da tutto il mondo per vedere le partite e «solo» 15 miliardi di euro spesi. Per la finale attesi, oltre a Putin, altri 10 capi di Stato e 4 capi di governo.

Il calcio francese non ha mai avuto un grande rilievo internazio­nale. Soltanto una squadra francese ha vinto la Champions, il Marsiglia, quando ancora era Coppa dei Campioni, dal 1956 ci sono state solo sei finaliste. A livello di Nazionale il primo risultato importante è stato il terzo posto ai Mondiali dell’82, le cose vere sono arrivate tra il ’98 e il Duemila, titolo mondiale e titolo europeo, quando sono diventati importanti gli arrivi dalle colonie, sia le esportazio­ni di giocatori francesi in campionati molto più qualificat­i. Il primo problema del calcio francese è sempre consistito nella mancanza di grandi città. In Francia tutto è bellissimo, ma esiste una sola città-nazione, Parigi. Le altre sono di dimensioni nettamente diverse. Parigi per tanto tempo ha amato più il rugby, nemmeno oggi ha una vera squadra di calcio. Il Psg è la squadra di Saintgerma­in-en-laye, ultima fermata della metropolit­ana, una specie di Ostia per Roma. Fino all’arrivo dello sceicco Al Thani il Psg aveva vinto un solo scudetto, a dimostrazi­one della disattenzi­one della città per il calcio. C’era molto divertimen­to nel campionato francese perché c’era massima speranza per tutti, ma la qualità proprio per questo è sempre rimasta bassa. Oggi è una specie di Brasile moderno a cui hanno insegnato a giocare in modo italiano. Deschamps del resto è un mediano che ha giocato a lungo da noi, non aveva molte altre scelte. La cosa che colpisce nel mondo di oggi è che saranno davanti una squadra, la Francia piena di fuoriclass­e africani

mescolati a buonissimi giocatori bianchi, e una squadra di soli bianchi al centro di tre grandi scuole, quella tedesca, quella slava e quella italiana. La Croazia porta spontaneam­ente dentro di sé i vantaggi della mescolanza che la Francia ha dovuto andare a cercare in altri continenti. Sarà una partita molto italiana perché le squadre avranno la calma della paura, perché sono stanche e perché la posta è quella più grande. Quindi si giocherà in modo tattico. Sotto questo aspetto la marcatura più importante sarà quella su Griezmann, cioè il proseguime­nto e il tratto finale della strada cominciata nella propria area da Kanté. Griezmann è l’uomo di più fantasia in campo. Non ha le geometrie di Rakitic e Modric, ma ha passaggi brevi più avanzati e più cattivi. Va marcato quasi a uomo, ma da chi? Se avanza Vida rompe l’asse con Lovren. Giocando a specchio, entrambe con il 4-3-3, Griezmann potrebbe capitare a qualcuno del tipo Brozovic, non per caratteris­tiche di Brozovic ma per posizione. Questo è un punto forte a favore della Francia, anche se il problema si ribalta discretame­nte quando il pallone tornerà alla Croazia. Un altro problema è Pivaric su Mbappé. Ma qui conterà più la giornata di Mbappé che l’emozione di Pivaric. La parte migliore della partita sarà l’incontro a centrocamp­o fra grandi giocatori diversi. I francesi hanno meno classe, Rakitic e Modric sono stanchi ma sono i migliori, non giocano corto, sanno mettere il pallone dovunque. Kanté dovrà spesso fare il libero davanti all’area per interrompe­rne il dialogo. La Francia infine ha attaccanti più attenti, completi, Giroud è uno che tatticamen­te non spreca un pallone. Mandzukic è ottimo legno, ha intorno pochi compagni di reparto, qualche volta decide, non sempre incide. Il riassunto che vedo è una partita di numeri francesi (Griezmann, Mbappé) o di cucitura croata. Comunque una bella finale di calcio senza tempo.

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 ?? (Afp) ?? Commissari tecnici In alto Didier Deschamps, 49 anni, allenatore della Francia; sotto Zlatko Dalic, 51, tecnico della Croazia
(Afp) Commissari tecnici In alto Didier Deschamps, 49 anni, allenatore della Francia; sotto Zlatko Dalic, 51, tecnico della Croazia
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