Corriere della Sera

La pace del vecchio ribelle con il cyber mago

Il leader eritreo Afewerki atterra in Etiopia per stringere la mano al giovane (e diversissi­mo) premier Abiy

- Di Michele Farina (Reuters) (foto sopra),

D ue ex soldati, due atleti del potere che più diversamen­te non potrebbero correre. Il giovane mago della cyber-war e il vecchio ribelle che si è formato nella Cina di Mao, l’aperturist­a e il diffidente, il politico nuovo e l’incallito dittatore, lo scattista delle riforme e il maratoneta dello status quo. Forse per questo si capiscono?

Ciascuno ha il suo gioco, senza fare ombra all’altro. E così facendo stanno scrivendo la storia. Abiy, il quarantadu­enne premier dell’etiopia, è stato capo della cyber security ma tiene la porta dell’ufficio sempre aperta, senza uno straccio di segreteria a fare da filtro. Invece il settantadu­enne Isaias, il primo presidente (e l’unico che l’eritrea abbia conosciuto in 25 anni di indipenden­za), è ossessiona­to dalla questione sicurezza: teme che gli Usa possano ucciderlo con un missile dentro casa e tanti anni fa accusò l’allora premier etiope Meles Zenawi (suo cugino per parte di madre) di aver provato a ucciderlo con la sua famiglia prestandog­li un aereo taroccato. Da quella volta il presidente Isaias, com’è chiamato nel suo Paese, non si fidò più del cugino. Né del suo governo. E due anni dopo, per una questione di confini, tra i due Paesi vicini scoppiò una guerra di trincea che fece la bruttezza di 70 mila morti. Era il 2000. Quel reticolato di inimicizia alto vent’anni si è sbriciolat­o nel giro di una settimana.

Etiopia ed Eritrea fanno la pace. Per la prima volta da due decenni, famiglie separate dal conflitto hanno potuto sentirsi al telefono e non darsi la voce oltre la frontiera. I voli di linea fra Addis Abeba e Asmara riprendono la prossima settimana. Ad aprire il cielo sono stati gli aerei dei rispettivi leader. Abiy

● Ahmed Abiy, 42 anni, è diventato primo ministro dell’etiopia lo scorso 2 aprile e ha avviato un vasto programma di riforme

● Di origine Oromo, gruppo etnico ai margini del potere che per anni ha animato proteste antigovern­ative, è ingegnere specializz­ato in crittograf­ia

● Cresciuto nei quadri dell’esercito fino al rango di colonnello, ne ha poi fondato e diretto l’agenzia per la cyber-security

La svolta

Ci è voluto il coraggio riformista dell’etiope per stanare l’anziano «padrone» di Asmara

● Attivo nell’opdo, il partito degli Oromo, entra in Parlamento nel 2010; dopo una rapida ascesa, nel 2016 diviene ministro della Scienza e della Tecnologia

Ci è voluta la faccia nuova di Ahmed Abiy e il suo disarmante coraggio per stanare Isaias Afewerki dall’antica roccaforte di Asmara, dai meraviglio­si palazzi in stile modernista progettati dagli architetti italiani in epoca fascista. Per primo però è stato il vecchio eroe dell’indipenden­za eritrea a giocare da padrone di casa, ricevendo il fresco primo ministro etiope nella capitale dell’ex colonia italiana. Sorrisi, abbracci che hanno dato il via libera alla visita di ritorno: ieri il presidente-padrone dell’eritrea è volato ad Addis Abeba, dove non metteva piede dalla volta in cui fu costretto a un atterraggi­o di emergenza mentre andava in vacanza in Kenya con l’aereo del cugino. Meles Zenawi nel frattempo è morto e molta acqua è passata sotto i ponti e nelle dighe costruite dagli italiani nella sfregiata Oromia, la terra da cui proviene Ahmed. Da otto anni in politica, il primo oromo ad arrivare alla guida del governo non si è mosso con circospezi­one. E nel giro di due mesi ha cambiato il volto del suo Paese: ha liberato i prigionier­i politici, sciolto lo stato di emergenza, liberalizz­ato l’economia, licenziato controvers­i (e finora intoccabil­i) capi dell’esercito e dei servizi di sicurezza. Nel suo discorso di insediamen­to, Strana coppia Lo storico arrivo del leader eritreo Isaias Afewerki ad Addis Abeba, accolto dal premier etiope Ahmed Abiy. L’incontro che segue quello della scorsa settimana ad Asmara ha formalizza­to la fine delle ostilità tra i due Paesi dopo 18 anni GIBUTI divenne leader del Partito Rivoluzion­ario del Popolo, guidando la lotta anticoloni­ale contro gli italiani, fino alla vittoria del 1993 per la prima volta un premier etiope ha parlato di donne, attraverso il riferiment­o a sua moglie e sua madre. E per la prima volta ha detto di voler far la pace con il piccolo Paese vicino, riconoscen­do la sentenza di arbitrato di un tribunale Onu che ha assegnato all’eritrea le terre contese nella guerra del 2000.

Ahmed ha fatto un gesto importante, che gli ha inimicato parte della potente minoranza tigrina (il 6% della popolazion­e) che ha sempre tenuto in mano le redini del potere ad Addis Abeba. Quel pezzo di terra brulla e contesa è proprio nella regione del Tigré, dove l’annuncio del disgelo è stato salutato con proteste di piazza. Forse questo spiega anche la granata che dieci giorni fa è esplosa a un comizio del premier nella capitale, uccidendo due persone tra la folla. Quello che è già stato ribattezza­to il Mandela dell’etiopia non si è scomposto: «Chi uccide perde in partenza», ha detto.

Afewerki ha accolto l’apertura dapprima con cautela. E poi ha capito che non poteva non accettare di fare la sua parte nella danza del disgelo (forse osservando le mosse di successo di Kim in Nord Corea). Il presidente paria dell’africa esce dall’isolamento. Sulle strade di Addis bandiere eritree e folla festante al suo passaggio. Isaias incassa. E adesso viene il più difficile. Sarà tentato di aprire qualche varco nel monolite del regime? Oppure ritiene la pace una sorta di assicurazi­one interna, per continuare a usare il Paese come una grande prigione? Accanto al dittatore, il giovane Ahmed sorride. Anche lui deve guardarsi alle spalle. Come sempre, i pericoli più grandi per gli atleti del potere arrivano da vicino.

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● Isaias Afewerki, 72 anni, è presidente dell’eritrea dall’indipenden za del Paese nel 1993. Da allora non ha mai permesso lo svolgiment­o di libere elezioni
Afewerki ● Isaias Afewerki, 72 anni, è presidente dell’eritrea dall’indipenden za del Paese nel 1993. Da allora non ha mai permesso lo svolgiment­o di libere elezioni
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né la formazione di altri partiti
 ??  ?? ● Membro del Fronte Eritreo di Liberazion­e fin dal 1966
● Membro del Fronte Eritreo di Liberazion­e fin dal 1966
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