IL BONUS CULTURA È MA C’È POCO DA GIOIRE
Caro Aldo, non sono un sostenitore di questo governo, ma avendo trovato pessimo il bonus ai diciottenni, penso sia una buona idea quella di abolire quella legge. Se i giovani volessero leggere libri, ci sono le biblioteche pubbliche che offrono meravigliose opportunità. La musica possono ascoltarla benissimo dai loro smartphone ultimo grido. Senza dimenticare che tutti i musei pubblici, una domenica al mese permettono l’ingresso gratuito. In fondo complessivamente sono pochi denari, ma si possono spendere molto meglio, anche per i giovani. E qualche volta la si smetta con gli interessi di bottega e si pensi agli interessi, quelli veri, dei cittadini.
Caro Giuliano,
Non c’è dubbio che la legge sul bonus cultura ai diciottenni sia stata un fallimento. Non so se Renzi pensasse più alla cultura o più al consenso; fatto sta che il bonus non ha giovato né all’una, né all’altro. Il Pd è forte tra i pensionati e tra i diciottenni quasi non esiste; ma di questo mi importa poco. Mi importa molto, e mi inquieta altrettanto, l’evidente disprezzo di molti giovani nei confronti della cultura. Non a caso il bonus è stato spesso sprecato o addirittura svenduto in cambio di qualche ricarica del cellulare. Ho 52 anni e quando vado a una mostra o a teatro o all’opera o al cinema e mi guardo attorno sono quasi sempre il più giovane. Solo due volte negli ultimi anni mi è accaduto di essere il più vecchio: a una sperimentazione teatrale all’india di Roma, che da matusa ho trovato poco riuscita, ma aveva avuto un buon passaparola tra gli studenti; e la settimana scorsa alla mostra di Banksy, graffitaro di genio popolarissimo sul web, alla Nuova Galleria Tretyakov di Mosca. Quando ho discusso dell’argomento - l’influenza del web sui consumi culturali - con il capo di Google Italia, mi ha risposto che prima della Rete gli italiani non erano esattamente un popolo di melomani e di lettori forti. È vero. Ma la Rete ha fatto passare l’idea che l’arte e l’informazione - a differenza dello spritz - siano gratis, e che la cultura sia il trucco di un’élite castale per tenere in scacco il popolo. Non dico che tutti la pensino così, ma molti sì; e ne verrà un danno epocale.