Corriere della Sera

Inps, subito «Quota 100»? Costa almeno 4 miliardi

- Di Fabrizio Massaro

Iconti degli effetti della possibile riforma delle pensioni con l’introduzio­ne cara al ministro del Lavoro Luigi di Maio, leader dei Cinquestel­le, della «quota 100» vanno fatti con l’oste Inps. E sono conti salati, quelli che ha pubblicato sul sito dell’istituto previdenzi­ale il presidente Tito Boeri, dopo essere stati anticipati nei giorni scorsi con il relativo strascico di polemiche. I tecnici dell’inps hanno realizzato una serie di simulazion­i — non essendoci ancora un testo di legge — sulle conseguenz­e sui bilanci dell’istituto dei ritocchi al sistema, se in vigore già dal 2019. Ed evidenzian­o la forte incidenza per i conti pubblici di una rivisitazi­one delle soglie della legge Fornero. Secondo i conti di Boeri la scelta meno onerosa sarebbe quota 100 con 64 anni minimi di età e il mantenimen­to della legislazio­ne attuale per quanto riguarda l’anzianità (quindi niente 41 anni). Il primo anno si spenderebb­ero 4,6 miliardi in più fino ad arrivare a 8 nel 2028. Nell’arco dei dieci anni il maggior numero di pensioni va dalle 258 mila alle 450 mila l’anno. I numeri lievitano se verrà ripristina­ta la pensione di anzianità con 41 anni di contribuzi­one e quota 100 con 64 anni di età minima. Nel 2019 l’onere sarebbe di 11,6 miliardi di euro per un totale di 596 mila pensioni in più a fine anno. Nel 2028 i costi salirebber­o a 18,3 miliardi e gli assegni a 1 milione. Se invece lo sbarrament­o fosse a 65 anni si risparmier­ebbero non più di due miliardi di euro l’anno. Uno scenario con quota 100 senza vincoli di età, con in più la pensione di anzianità, comportere­bbe invece un esborso di quasi 14,4 miliardi già in partenza, per sfiorare i 21 miliardi annui di euro nel 2028. Gli assegni in più sarebbero 751 mila nel 2019 (oltre un milione nel 2028). Nei 10 anni considerat­i dall’inps si spenderebb­ero così oltre 190 miliardi. Solo «a partire dal 2030 gli oneri si riducono, trasforman­dosi in risparmi intorno al 2040. A regime gli effetti della normativa tendono progressiv­amente ad annullarsi».

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