Educazione finanziaria, a che punto siamo
Il comitato Lusardi c’è, ma il governo si preoccupa della salute del risparmio? Domani su «L’economia» del «Corriere» gratis in edicola
Non siamo più un Paese senza piani pubblici per l’educazione finanziaria. Il Comitato presieduto da Annamaria Lusardi, esperta di alfabetizzazione economica, lavora sul dossier da un anno. Ma il governo, che ancora indugia in proclami folcloristici sui titoli di Stato e sull’euro, si preoccupa abbastanza della salute del risparmio? Il dubbio, espresso da Ferruccio de Bortoli nell’analisi su L’economia, il settimanale del Corriere della Sera in edicola domani con il quotidiano, è questo.
L’organismo guidato dalla professoressa italiana, che ha una cattedra alla George Washington University e che è considerata la massima esperta mondiale della materia, sta facendo un progetto — simile a quello approntato in altri 70 Paesi del mondo — per alzare il livello di comprensione e consapevolezza dei cittadini dei principali meccanismi della finanza. Un’eredità della passata legilegato Blu
È il colore della sezione dell’«economia» dedicata alle inchieste e agli approfondimenti affidati alle grandi firme internazionali La copertina
Così il capoluogo lombardo può candidarsi a una leadership futuribile
che non merita l’oblio e la mancanza di fondi. Perché se la difesa dei risparmiatori intrappolati nelle bufere bancarie degli anni passati è in cima ai proclami del governo, ci sono altri argomenti caldi — come quelli sull’euro o sull’ipotesi di invogliare le famiglie a comprare solo titoli di Stato — che non contribuiscono di certo a preservare la salute dei risparmi attuali e futuri degli italiani. Che hanno
bisogno di pianificazione, libertà di scelta e strumenti adeguati per stare al riparo e per crescere. L’analisi di de Bortoli propone anche alcuni studi di economia comportamentale che individuano in un mix di consulenza tradizionale e di utilizzo degli algoritmi, i robo-advisor, il possibile ragionevole approdo per i risparmiatori.
Dall’educazione finanziaria alla finanza dello sport. Quan-
to valgono i campioni che riescono a diventare un brand? Mentre la Juventus aspetta l’arrivo a Torino di Cristiano Ronaldo, previsto per domani, i mondiali di calcio di Russia e il torneo di Wimbledon ripropongono al grande pubblico le narrazioni di compensi spettacolari, spesso più delle prestazioni. Come nel caso di Roger Federer, sconfitto, ma super pagato lo stesso dagli sponsor perché è un marchio al pari di Ronaldo, Lionel Messi o Floyd Mayweather, il pugile in cima alla classifica dei campioni più pagati proposta dal L’economia. Intanto Beniamino Gavio, il patron di Astm e Sias, annuncia la stretta nell’alleanza con Ardian che rileverà il 40% del gruppo. Tra un paio di giorni si inaugura la Cittadella dello sport di Tortona.
Tra i personaggi Valerio Camerano, amministratore deslatura di A2A, il volto della nostra copertina, racconta Milano che potrebbe essere battistrada delle smart city, le vere protagoniste del futuro. In grado, forse, di contare più degli Stati centrali. E poi la squadra di Corrado Passera che guida la nuova banca delle pmi. Mentre Alibaba, la Amazon cinese di Jack Ma, organizza a Milano un grande evento dedicato alla cosmetica e rivela la centralità dell’italia per lo sviluppo dell’ecommerce.
Sul fronte dei risparmi l’incertezza provocata dalla guerra
Robo-advisor
Per aiutare i clienti si arriverà a un mix di consulenza vecchio stile e uso di robo-advisor
Guida alla lettura
Il brand del campione I casi Ronaldo, Messi, Mayweather: quando un fuoriclasse dello sport diventa un brand
dei dazi e dalle baruffe europee riapre il solito interrogativo: non sarà meglio restare liquidi? Le famiglie italiane hanno circa un terzo dei loro beni mobiliari (1.500 miliardi) sui conti correnti e sui depositi vincolati. La mappa dei rendimenti. E le ragioni per cui un investimento un po’ più lungo è sempre da valutare.