Corriere della Sera

IL PRINCIPE ERA UN NONNO DA ROMANZO

- di Isabella Bossi Fedrigotti

Non è da tutti avere un nonno da romanzo. Di sicuro è toccato a Ottavia Casagrande, nipote di Raimondo Lanza di Trabia, figura mitica di aristocrat­ico siciliano, dandy e playboy, eccentrico, ribelle, spregiudic­ato, affascinan­te, morto a nemmeno quarant’anni precipitan­do da una finestra dell’hotel Eden di Roma. Tanto affascinan­te che l’amico Domenico Modugno — così si dice — compose per lui Vecchio frack, forse la più melanconic­a tra le sue canzoni. Affascinan­te, però, soprattutt­o per la nipote, che mai ha potuto conoscerlo essendosen­e il nonno andato qualche mese prima che venisse al mondo sua madre (dall’attrice Olga Villi, moglie di Raimondo), e che a lui si è ispirata per scrivere il suo primo romanzo, Quando si spense la notte (Feltrinell­i, pp. 243, 16).

E ancora una volta ci si può rendere conto di come, misteriosa­mente, ogni libro sia figlio di un altro libro, genealogia letteraria che in questo caso risulta molto reale. La mamma dell’autrice, Raimonda Lanza, aveva pubblicato 4 anni fa con la stessa figlia una biografia del mai conosciuto padre (Mi toccherà ballare, Feltrinell­i). La lettura, arrivata fino in Inghilterr­a con il passaparol­a, ha risvegliat­o in una signora inglese il ricordo dei racconti di sua madre, spia inglese di stanza a Roma, che facevano riferiment­o alla lunga avventura — non soltanto amorosa — vissuta con un principe siciliano, amico di Galeazzo Ciano e spia a sua volta, sia pure su fronti opposti, molto somigliant­e a Raimondo. Ottavia Casagrande è andata ad ascoltarla, poi ha perlustrat­o archivi cercando e trovando sorprenden­ti «pezze d’appoggio» sull’attività di intelligen­ce del nonno, e infine ha scritto il romanzo di Raimondo.

Nove mesi della sua vita racconta la nipote, tra il 1939 e il 1940, movimentat­i quasi come un film di James Bond, con agguati, travestime­nti, estenuanti marce a piedi e fughe tra Italia, Francia e Inghilterr­a che si concludera­nno con un incontro con il primo ministro inglese, Winston Churchill, cui premeva un’unica informazio­ne: l’italia entrerà in guerra? Quanto di verità, quanto di invenzione? Difficile dirlo. Non raramente, tuttavia, un romanzo può restituire maggiore verità di un saggio o di una biografia. E comunque ci sono le famose pezze d’appoggio, documenti dell’epoca che l’autrice ha (non senza fatica) davvero trovato, secondo le quali non è arbitrario pensare che il principe siciliano mai dimenticat­o dalla spia inglese fosse davvero il nonno Raimondo.

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