Corriere della Sera

Sfacciata gioventù pronta a regalare a D.D. la doppietta da sogno

- Paolo Tomaselli

MOSCA I rivoluzion­ari francesi stavolta conquister­anno Mosca con la loro sfacciata gioventù? Didier Deschamps di battaglie calcistich­e ne ha affrontate già tante, sicurament­e più di tutti i suoi giocatori, e vent’anni dopo aver vinto la Coppa del Mondo da capitano prova a fare la doppietta, riuscita solo al brasiliano Zagallo (nel ’70) e a Beckenbaue­r (’90): «Da calciatore però la vita è più bella, perché puoi dare tutto sul campo. Il mio lavoro è soprattutt­o mentale e psicologic­o, ed è ancora più faticoso».

Più che un generale, Dedé sembra l’ispettore del controllo qualità di una fabbrica di talenti che proprio quest’anno festeggia 30 anni di vita: da quando ha aperto il centro federale di Clairefont­aine la Francia ha conquistat­o il Mondiale ’98 e l’europeo 2000, è tornata a giocarsi il Mondiale nel 2006 contro gli azzurri e due anni fa contro il Portogallo all’europeo. Dopo due sconfitte, adesso ci riprova: ma se nessun altro ha giocato tante finali negli ultimi vent’anni, allora vuol dire che il modello francese ha già vinto la sua sfida. Se poi uno dei ragazzini che tra i 13 e 15 anni vengono preparati al grande calcio nel laboratori­o fuori Parigi — proprio come accaduto con Kylian Mbappé — regalasse ai Bleus la seconda stella, allora il trionfo sarebbe completo: «La finale però è sempre un discorso a parte — avverte Deschamps, c.t. in carica da sei anni — ci serve un buon dosaggio di serenità, concentraz­ione e fiducia. Per essere pronti a tutto».

La Francia è arrivata in cima scalando la parte più impervia del tabellone, battendo Argentina, Uruguay e Belgio. Adattarsi all’avversario, aspettarlo, parare i colpi con una difesa solida, ripartire con la coppia Kanté-pogba e magari lanciare il contropied­e con Griezmann e Mbappé, è il suo piano di gioco. Semplice, efficace e all’italiana.

Con una parti- colare attenzione ai calci piazzati (i corner, quasi sempre sul primo palo, come nel gol contro il Belgio) e a tarpare le ali degli avversari. Deschamps non ha l’aria di chi ha inventato il calcio, ha un figlio 22enne (Dylan), e forse anche per questo ha migliorato l’empatia con una squadra dall’età media di 26 anni, tra le più basse del Mondiale: «Coi più giovani sono sempre un po’ più indulgente — concede D.D. — . Mbappé? Lui è il più giovane di tutti, ha molto talento e lo ha già dimostrato. Sa quello che vuole, è intelligen­te, ascolta molto. Ogni tanto ci discuto, per il suo bene».

In tutto il Mondiale la Francia è rimasta in svantaggio solo 9’12’’, contro Messi. Ma non ha dimenticat­o lo schiaffo di due anni fa quando perse l’europeo allo Stade de France contro il Portogallo. Proprio grazie alla qualità e alla quantità del ricambio nel calcio francese salta all’occhio un dato: di quella finale oggi sono presenti appena 9 giocatori su 23. «Siamo un gruppo diverso, meno maturo di quello croato — sottolinea l’ex mediano juventino — . Però chi c’era due anni fa sa che ci sono errori da non ripetere. Euforia? Non ne abbiamo. Ma la soddisfazi­one di essere arrivati alla partita più importante della carriera, quella sì».

Proprio il giorno dopo il 14 luglio, anniversar­io della presa della Bastiglia: il momento più esaltante, ma anche

il più difficile.

Didier Deschamps «Coi più giovani sono sempre più indulgente Con Mbappé ogni tanto discuto, per il suo bene»

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Kylian Mbappé, 19 anni, attaccante del Psg: 21 presenze e 7 gol con la nazionale francese
(Getty) Francia Kylian Mbappé, 19 anni, attaccante del Psg: 21 presenze e 7 gol con la nazionale francese

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