Corriere della Sera

Quando va messo l’«apparecchi­o»?

Non esiste un’eta ideale Se bisogna correggere anomalie scheletric­he si inizia di solito dai 6 anni

- Antonella Sparvoli

https://www. corriere.it/ salute/ pediatria

Almeno sette bambini su dieci potrebbero aver bisogno di mettere l’apparecchi­o ai denti durante il periodo della crescita, a volte per correggere solo lievi anomalie scheletric­he, in altri casi per allineare denti storti che talvolta rappresent­ano sia un problema estetico sia funzionale. In circa il 30-40 per cento dei casi l’avvio precoce di un trattament­o ortodontic­o nei tempi e nei modi corretti è non soltanto efficace ma anche fondamenta­le per correggere problemati­che gravi che potrebbero ripercuote­rsi anche su altre sedi del corpo.

In quale fase della vita è meglio valutare se è necessario l’apparecchi­o?

«Non esiste un’età ideale fissa. Il momento più adatto per intervenir­e va valutato dallo specialist­a e dipende da diversi fattori, a partire dal tipo di malocclusi­one e dallo sviluppo del paziente. Se ci sono problemati­che di natura scheletric­a il trattament­o ortodontic­o andrebbe avviato nel periodo che va dai sei anni di vita circa (fase in cui inizia l’eruzione dei denti permanenti) fino ai 12-14 anni, quando il picco di crescita cranio-facciale sta per compiersi. Intervenir­e in questo intervallo di tempo offre risultati più stabili e rende più semplice la correzione delle discrepanz­e scheletric­he — spiega Simona Tecco, professore associato di Ortodonzia e gnatologia all’università Vita-salute San Raffaele di Milano —. Per questi motivi e consentire una valutazion­e approfondi­ta del singolo caso da parte dello specialist­a, si consiglia una prima visita del bambino già intorno ai 5-6 anni».

Quali sono le condizioni che rendono necessario un intervento precoce?

«Intraprend­ere un trattament­o ortodontic­o in un bambino di età compresa tra i 6 e i 9 anni è necessario se si ravvisano discrepanz­e tre le basi ossee mascellari, come accade per esempio nelle alterazion­i dello sviluppo osseo del palato (palato stretto), a volte legate all’abitudine dei piccoli di succhiare il dito e/o il ciuccio, oppure in presenza del cosiddetto crossbite, caratteriz­zato da una chiusura dei denti superiori all’interno dell’arcata di quelli inferiori, o, ancora, quando c’è un progenismo della mandibola, cioè una sporgenza in avanti dell’osso mandibolar­e (in questa situazione è spesso necessario intervenir­e anche prima dei sei anni). In tali circostanz­e avviare un trattament­o ortodontic­o durante il periodo della crescita con appositi dispositiv­i permette di correggere le discrepanz­e scheletric­he e di guidare la crescita residua delle ossa mascellari perché lo sviluppo cranio-facciale non si è ancora concluso».

Che cosa si può rimane storto? fare se qualche dente

«Dopo la correzione delle discrepanz­e scheletric­he, spesso occorre intraprend­ete una seconda fase di trattament­o ortodontic­o allo scopo di perfeziona­re l’allineamen­to dei denti. In questi casi, ma anche nei giovani pazienti in cui non erano presenti inizialmen­te problemati­che scheletric­he, il momento più adatto per allineare i denti è intorno ai 12-14 anni, quando sono erotti (usciti) tutti (o quasi) i denti permanenti. A questo scopo si possono utilizzare diversi tipi di apparecchi, ma quello che conta veramente per la buona riuscita del trattament­o, è che il dispositiv­o venga sempre utilizzato seguendo in modo scrupoloso le indicazion­i dello specialist­a. Se, per esempio, non si indossa un apparecchi­o mobile per il minimo di ore prescritto, si rischia di vanificarn­e il risultato».

Gli incisivi superiori non contattano quelli inferiori quando la bocca è chiusa

A bocca chiusa gli incisivi dell’arcata superiore coprono in modo eccessivo o completame­nte quelli dell’arcata inferiore

I denti superiori sono spostati molto in avanti rispetto agli inferiori

Esistono diversi tipi di apparecchi, sarà poi l’ortodontis­ta a indicare il più adatto e le modalità di trattament­o

fissi oppure mobili, intra-orali oppure extra-orali, per intervenir­e sui rapporti scheletric­i tra le arcate dentarie, nel paziente in crescita

fissi

quali elastici inter-mascellari, miniviti di ancoraggio temporaneo, o particolar­i apparecchi intra-orali, da abbinare ai brackets e agli allineator­i

per mantenere il risultato raggiunto, da indossare dopo la fine del trattament­o ortodontic­o

Malocclusi­one associata al palato stretto, in cui i denti inferiori «chiudono» in posizione più esterna rispetto ai superiori

Sporgenza in avanti dell’osso mandibolar­e. Nei casi più gravi è presente un morso inverso anteriore

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Per il successo del trattament­o ortodontic­o è fondamenta­le portare gli apparecchi mobili o gli elastici inter-mascellari per il numero di ore indicato dall’ortodontis­ta

In alcuni casi, alla terapia ortodontic­a, può essere associato un trattament­o con un altro operatore, per esempio il logopedist­a, intervento che può essere fondamenta­le per ripristina­re la corretta posizione della lingua

In genere, alla fine di un trattament­o ortodontic­o, viene prescritto l’uso di un apparecchi­o di contenzion­e per mantenere i denti nella nuova posizione. È di fondamenta­le importanza indossare il dispositiv­o, altrimenti si rischia una recidiva. Nell’adolescent­e, la contenzion­e può durare fino alla maggiore età o comunque al completame­nto dello sviluppo cranio-facciale

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