Quando va messo l’«apparecchio»?
Non esiste un’eta ideale Se bisogna correggere anomalie scheletriche si inizia di solito dai 6 anni
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Almeno sette bambini su dieci potrebbero aver bisogno di mettere l’apparecchio ai denti durante il periodo della crescita, a volte per correggere solo lievi anomalie scheletriche, in altri casi per allineare denti storti che talvolta rappresentano sia un problema estetico sia funzionale. In circa il 30-40 per cento dei casi l’avvio precoce di un trattamento ortodontico nei tempi e nei modi corretti è non soltanto efficace ma anche fondamentale per correggere problematiche gravi che potrebbero ripercuotersi anche su altre sedi del corpo.
In quale fase della vita è meglio valutare se è necessario l’apparecchio?
«Non esiste un’età ideale fissa. Il momento più adatto per intervenire va valutato dallo specialista e dipende da diversi fattori, a partire dal tipo di malocclusione e dallo sviluppo del paziente. Se ci sono problematiche di natura scheletrica il trattamento ortodontico andrebbe avviato nel periodo che va dai sei anni di vita circa (fase in cui inizia l’eruzione dei denti permanenti) fino ai 12-14 anni, quando il picco di crescita cranio-facciale sta per compiersi. Intervenire in questo intervallo di tempo offre risultati più stabili e rende più semplice la correzione delle discrepanze scheletriche — spiega Simona Tecco, professore associato di Ortodonzia e gnatologia all’università Vita-salute San Raffaele di Milano —. Per questi motivi e consentire una valutazione approfondita del singolo caso da parte dello specialista, si consiglia una prima visita del bambino già intorno ai 5-6 anni».
Quali sono le condizioni che rendono necessario un intervento precoce?
«Intraprendere un trattamento ortodontico in un bambino di età compresa tra i 6 e i 9 anni è necessario se si ravvisano discrepanze tre le basi ossee mascellari, come accade per esempio nelle alterazioni dello sviluppo osseo del palato (palato stretto), a volte legate all’abitudine dei piccoli di succhiare il dito e/o il ciuccio, oppure in presenza del cosiddetto crossbite, caratterizzato da una chiusura dei denti superiori all’interno dell’arcata di quelli inferiori, o, ancora, quando c’è un progenismo della mandibola, cioè una sporgenza in avanti dell’osso mandibolare (in questa situazione è spesso necessario intervenire anche prima dei sei anni). In tali circostanze avviare un trattamento ortodontico durante il periodo della crescita con appositi dispositivi permette di correggere le discrepanze scheletriche e di guidare la crescita residua delle ossa mascellari perché lo sviluppo cranio-facciale non si è ancora concluso».
Che cosa si può rimane storto? fare se qualche dente
«Dopo la correzione delle discrepanze scheletriche, spesso occorre intraprendete una seconda fase di trattamento ortodontico allo scopo di perfezionare l’allineamento dei denti. In questi casi, ma anche nei giovani pazienti in cui non erano presenti inizialmente problematiche scheletriche, il momento più adatto per allineare i denti è intorno ai 12-14 anni, quando sono erotti (usciti) tutti (o quasi) i denti permanenti. A questo scopo si possono utilizzare diversi tipi di apparecchi, ma quello che conta veramente per la buona riuscita del trattamento, è che il dispositivo venga sempre utilizzato seguendo in modo scrupoloso le indicazioni dello specialista. Se, per esempio, non si indossa un apparecchio mobile per il minimo di ore prescritto, si rischia di vanificarne il risultato».
Gli incisivi superiori non contattano quelli inferiori quando la bocca è chiusa
A bocca chiusa gli incisivi dell’arcata superiore coprono in modo eccessivo o completamente quelli dell’arcata inferiore
I denti superiori sono spostati molto in avanti rispetto agli inferiori
Esistono diversi tipi di apparecchi, sarà poi l’ortodontista a indicare il più adatto e le modalità di trattamento
fissi oppure mobili, intra-orali oppure extra-orali, per intervenire sui rapporti scheletrici tra le arcate dentarie, nel paziente in crescita
fissi
quali elastici inter-mascellari, miniviti di ancoraggio temporaneo, o particolari apparecchi intra-orali, da abbinare ai brackets e agli allineatori
per mantenere il risultato raggiunto, da indossare dopo la fine del trattamento ortodontico
Malocclusione associata al palato stretto, in cui i denti inferiori «chiudono» in posizione più esterna rispetto ai superiori
Sporgenza in avanti dell’osso mandibolare. Nei casi più gravi è presente un morso inverso anteriore
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Per il successo del trattamento ortodontico è fondamentale portare gli apparecchi mobili o gli elastici inter-mascellari per il numero di ore indicato dall’ortodontista
In alcuni casi, alla terapia ortodontica, può essere associato un trattamento con un altro operatore, per esempio il logopedista, intervento che può essere fondamentale per ripristinare la corretta posizione della lingua
In genere, alla fine di un trattamento ortodontico, viene prescritto l’uso di un apparecchio di contenzione per mantenere i denti nella nuova posizione. È di fondamentale importanza indossare il dispositivo, altrimenti si rischia una recidiva. Nell’adolescente, la contenzione può durare fino alla maggiore età o comunque al completamento dello sviluppo cranio-facciale