Corriere della Sera

Dal motocross alla sfida del cancro La lezione di Davide «Ti devi rialzare»

Il libro di un 18enne: è per i ragazzi come me

- Di Elisabetta Soglio (foto Veronica Garavaglia)

«Cadi? Mangi la polvere? Non importa. Devi rialzarti. Questo insegna il motocross». Davide aveva imparato la lezione a sei anni, incantato sulla pista dove aveva visto per la prima volta da vicino sfrecciare quelle motociclet­te. Non sapeva però che quel monito gli sarebbe servito per una curva molto più impegnativ­a che lo attendeva da lì a pochi anni: quando, facendo accertamen­ti per un banale dolore al ginocchio, aveva sentito i medici pronunciar­e una parola nuova e terribile: osteosarco­ma.

Davide, oggi ha 18 anni, non si è arreso e ha aggiunto al motocross un’altra passione: quella per la scrittura: «Anche perché spero con questo libro di aiutare altri ragazzi nella mia condizione». Dal settimo cielo al settimo piano è così la storia di Leo 299, alias Davide: il libro, curato da Edoardo Rosati, Paola Gaggiotti e Andrea Ferrari, è il primo collegato all’inserto Buone Notizie del Corriere della Sera, nato proprio per ● «Dal settimo cielo al settimo piano», firmato Leo 299 e curato da Edoardo Rosati, Paola Gaggiotti e Andrea Ferrari, è il primo libro pubblicato da Buone Notizie, l’inserto del Corriere ( 6,90 più il prezzo del quotidiano) valorizzar­e le storie di energie positive, le buone pratiche capaci di dare soluzioni a problemi, gli esempi di impresa solidale. Anche quella di Davide a suo modo è un’impresa perché ci vuole una bella forza a fare entrare il termine osteosarco­ma nel vocabolari­o di un adolescent­e, dove dovrebbero starci giusto le parole sogni, studi, speranze, amici, divertimen­to, vita.

In questo racconto, dove traspare il sostegno insostitui­bile di una famiglia solida e coraggiosa, Leo spiega come ha dovuto velocement­e imparare che la vita è fatta di prove anche durissime. Nulla rispetto alla fatica fatta, ancora bambino, per convincere mamma e papà che quello della moto non era solo un capriccio. Trovato un allenatore capace di insegnare anzitutto la prudenza e la padronanza delle due ruote, Leo aveva cominciato la sua strada su un piccolo quad di seconda mano: nel giro di qualche anno avrebbe mostrato la stoffa del campione. Fino alla diagnosi: «In quella stanza, con i dottori e i miei genitori ridotti a brandelli, io c’ero ma non c’ero». Leo 299 riflette: «Chiunque può e deve trovar l’energia per opporsi a una simile legnata. Io l’ho sentito scorrere chiarament­e nel mio corpo, questo fiume di energia».

Per le cure e il primo intervento Davide arriva all’istituto dei Tumori di Milano: quando si apre l’ascensore al settimo piano, si spalanca il mondo di un reparto dedicato agli adolescent­i. «I ragazzi fra i 15 e i 21 anni che affrontano il cancro vivono quella terra di mezzo ospedalier­a che li fa sentire fuori posto sia in pediatria che nelle corsie degli adulti»: Andrea Ferrari, l’oncologo che ha in cura Davide, coordina con passione il Progetto Passione Davide, 18 anni, curato per un osteosarco­ma Giovani, sostenuto dalla associazio­ne Bianca Garavaglia onlus. «Cerchiamo — spiega — di pensare anche alla qualità della vita di questi ragazzi: hanno nel loro quotidiano una malattia, che però non deve impedire di avere un futuro normale, superando paure e fragilità».

Da questo progetto sono nate diverse esperienze, come la canzone Palle di Natale che ha avuto 10 milioni di visualizza­zioni sul web e il libro a fumetti Loop. Quando poi Davide ha confessato il desiderio di scrivere un suo libro («Ho cominciato a pensarci durante i ricoveri fra un intervento e l’altro», confessa), l’ospedale e il reparto l’hanno aiutato a realizzarl­o. Una medicina anche questa. «Non lo faccio per me — insiste lui — ma per i miei coetanei che qualche volta si dimentican­o di quanto sia bella la vita». Anche se non sempre è un rettilineo.

L’idea della scrittura L’intervento all’istituto dei tumori di Milano, l’idea di scrivere, l’aiuto di ospedale e reparto

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