«È giusto che i giovani cerchino altri riferimenti»
Rudyard Kipling sarà certamente stato un cantore dell’imperialismo, ma prendersela con lui oggi non significa applicare al passato categorie e sensibilità contemporanee? Poniamo la questione a Nicola Gardini, professore italiano docente a Oxford di Letteratura comparata, oltre che autore di romanzi, saggi, traduzioni e raccolte di poesia.
«È vero, bisogna stare attenti agli anacronismi e alla mancanza di rispetto storico. Detto questo, bisogna tener conto di dove certi messaggi vengono divulgati. Nel caso di una istituzione come l’università, è opportuno che sia al passo con i tempi. E dunque non è così fuori luogo ripensare ai messaggi che vengono propagandati».
Ma quando è Kipling a farne le spese?
«Lui è certamente un grande autore, ma va detto che If non è proprio una grande poesia. Kipling appartiene senza dubbio all’età dell’imperialismo e va compreso come figlio del suo tempo. Ma d’altra parte capisco che usare oggi le sue parole possa
Professore Nicola Gardini, 53 anni, insegna letteratura italiana e comparata all’università di Oxford
creare imbarazzo. Non vedo nel gesto degli studenti una rivolta iconoclasta. Anzi, trovo bello che abbiano sostituito Kipling con Maya Angelou: una donna nera, con alle spalle una storia di colonialismo. È un bene che i giovani cerchino delle nuove auctoritates».
A questo proposito, nel mondo anglosassone si parla di «decolonizzare» i curricula universitari.
«Negli Stati Uniti sono già molto avanti su questo, qui in Inghilterra, specialmente in istituzioni come Oxford e Cambridge, sono ancora attardati. I curricula vanno trasformati, è importante dare spazio alla letteratura post-coloniale: soprattutto in Inghilterra, dove ancora permane una retorica patriottica e per certi versi imperialista, che nega la storia. È giusto che l’università cambi, che sia più aperta, inclusiva: non per riscrivere la storia, ma per riraccontarla».
Anche a costo di sbianchettare Kipling?
«Sostituirlo con la Angelou è un bellissimo gesto. Sotto ci sarà sempre If, ma è bello che ci sia sopra un testo nuovo, di una donna che viene da una storia di persecuzioni».