Il club rossonero esulta il Tas gli riapre l’europa Oggi cambia la società: ecco Scaroni e Leonardo Fassone verso l’uscita
Annullata la sentenza Uefa, probabile una multa Nasce il nuovo cda, Gazidis è il candidato ad
Riammesso. Il Milan riconquista il diritto di giocare la prossima Europa League, grazie alla sentenza del Tribunale arbitrale dello sport che cancella l’esclusione decisa dall’uefa. È l’europa, dunque, l’habitat della tradizione rossonera, il primo punto fermo del Milan del nuovo corso, che nascerà oggi con l’assemblea dei soci che nominerà il cda: si partirà con la sostituzione dei membri cinesi (entreranno in consiglio i manager Elliott Franck Tuil, Giorgio Furlani, poi Rocco Sabelli, forse Massimo Ferrari) e il presidente sarà Paolo Scaroni. Le altre nomine non saranno decise subito (per esempio non lo sarà l’ad, Scaroni o Tuil potrebbero avere le deleghe), ma i ruoli cominciano a essere definiti. Ivan Gazidis, ora all’arsenal, è in testa per la carica di ad (da vedere se sarà affiancato da un altro, più «sportivo», che potrebbe essere Umberto Gandini), l’ex Leonardo andrà a capo dell’area tecnica, non si può escludere il nome di Paolo Maldini e si capirà presto se resterà il ds Max Mirabelli.
L’attuale ad Marco Fassone è in uscita e ieri sera ne ha discusso con i vertici del fondo. Nel comunicato emesso per commentare la sentenza non sono riportate sue frasi. C’è, invece, un anonimo portavoce di Elliott che si dice «felice che il nostro intervento abbia permesso il conseguimento di questo risultato» e promette di «lavorare duramente per ricostruire la credibilità del club con la Uefa e per dimostrare di poter conquistare nuovi successi nel pieno rispetto del financial fair play. La vittoria legale di oggi è un primo passo importante nella ricostruzione del Milan: questa ricostruzione non sarà un progetto a breve termine e c’è un bel po’ di duro lavoro che Elliott è pronto a fare».
Il Tas ribalta
La sentenza del Tas è, in effetti, un altro schiaffo alla proprietà cinese perché è evidente come il problema, anche di fronte all’uefa, fosse soprattutto l’incertezza dei suoi piani, le difficoltà di concludere i rifinanziamenti e l’imminente scadenza del debito che mettevano in discussione la continuità aziendale. È una carezza a Elliott, dato che il Tas riammette il club in Europa, spiegando che «l’attuale situazione finanziaria del club è significativamente migliorata in seguito al recente cambio di proprietà». Per la verità, lo scenario che ora si è avverato era già stato previsto e descritto nei documenti
mostrati alla camera giudicante, dove era stato spiegato che, nel caso — poi avvenuto — di default di Li, ci avrebbe pensato Elliott a garantire la continuità aziendale. Ma ora Elliott è davvero proprietario e di fronte al Tas si è presentato il suo manager Tuil che ha ribadito l’impegno del fondo in un piano che va «dai tre ai
cinque anni». Un progetto a lungo termine che ha avuto un peso decisivo.
La sentenza è, infine, un piccolo schiaffo anche all’uefa perché il Tas ci tiene a distinguere di aver «ritenuto che alcuni elementi rilevanti non fossero stati adeguatamente considerati dalla camera giudicante, o che gli
stessi non potessero essere adeguatamente considerati al momento dell’emanazione della decisione appellata (il 19 giugno 2018), tra cui, in particolare, l’attuale situazione finanziaria». Insomma, nel momento del giudizio non si poteva ancora sapere che Elliott sarebbe diventato proprietario, ma molte altre cose sì. Soprattutto, il Tas ha accolto il tema della «sproporzione» della pena, e dell’equità anche in riferimento ad altri club che presentavano la stessa situazione debitoria, argomentazione avanzata da subito dal Milan e ribadita da Umberto Lago, uno dei suoi consulenti esperti in financial fair play.
I prossimi passi
Ora che succede? Il Milan, questo non è in discussione, ha violato le regole del fair play finanziario nei bilanci 2015, 2016 e parte del 2017, anni sotto gestione Fininvest. E quindi andrà comunque sanzionato. Il Tas ha deciso di non imporre all’uefa la chiusura di un settlement agreement e invita la camera giudicante a decidere in autonomia una sanzione «proporzionata» (lo spiega così: «Si trova in una posizione migliore, rispetto al Collegio del Tas, per irrogare una sanzione disciplinare proporzionata sulla base dell’attuale situazione finanziaria del club»). A questo punto, però, è facile immaginare che l’esito non sia molto diverso da un settlement agreement e quindi che si arrivi a un misto di sanzioni sportive e finanziarie: una multa, limitazioni alla rosa e restrizioni sul mercato.
Ma con l’europa raggiunta, il Milan mette un punto fermo alla sua pianificazione. Oggi seguiranno i prossimi.