Il consiglio d’urgenza accelera il cambio «Ci ha insegnato a pensare diversamente»
Il responsabile del marchio Jeep al vertice di Fca, Camilleri in Ferrari, a Cnh Suzanne Heywood
Una decisione sofferta quella presa dal presidente John Elkann e dal consiglio di amministrazione che si è riunito, d’urgenza, ieri, al Lingotto, per nominare Mike Manley al posto di Sergio Marchionne. Fca ha comunicato, con profonda tristezza, che nella settimana sono sopraggiunte complicazioni inattese che hanno aggravato le condizioni del manager. Le parole di Elkann: «Sono profondamente addolorato per le condizioni di Sergio, una situazione impensabile sino a poche ore fa che lascia a tutti un senso di ingiustizia». Per Manley prendere la posizione di Marchionne non è certamente un’impresa facile, lui ha sempre detto «al mio posto ne servono quattro». E’ sempre il presidente a sottolineare che «Sergio ci ha insegnato a pensare diversamente ad avere il coraggio di cambiare, spesso in modo non convenzionale, agendo sempre con senso di responsabilità per le aziende e per le persone che ci lavorano».
La scelta del suo sostituto sicuramente è stata complessa, per 14 anni il manager italo canadese ha governato su tutto il gruppo. Questo è stato il Marchionne che ha dovuto gestire all’inizio una Fiat sull’orlo del fallimento, salvato le fabbriche italiane, cambiato profondamente il gruppo soprattutto dopo l’acquisto di Chrysler,che l’ha reso una società globale. Quattordici anni in cui non si è mai risparmiato, fondando, il 1 febbraio 2017, la Fiat Chrysler Automobiles, coi marchi Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Fiat Professional, Abarth, Maserati, Jeep, Ram, Chrysler, Dodge , Mopar e Srt.
Un gruppo che gestisce partecipazioni in varie jointventure, tra cui il 50% di Tofas, il 49,69% della Leasys e il 50% della Sevel. Le attività del gruppo includono anche Comau , Magneti Marelli e Teksid. Fiat Group Automobiles conta oltre 130 000 dipendenti nel mondo. Marchionne è anche presidente e amministratore delegato della Ferrari, basti pensare che su Whatsapp, come foto, ha postato l’immagine di una rossa che supera la grigia Mercedes.
Il board Ferrari, riunito sempre sotto John Elkann, che è divenuto presidente del Cavallino, ha proposto Louis Carey Camilleri come amministratore delegato. Non è uno sconosciuto in Ferrari, é stato nominato, nel 2017, Senior Non–executive Director e presidente del consiglio di amministrazione. Camilleri, 63 anni, si è laureato in economia in Svizzera ed è arrivato alla Philip Morris, la multinazionale del tabacco, nel 1978, sino ad occupare la carica, attuale, di presidente e amministratore delegato. Certo non si vedrà più l’elicottero che da Torino portava Marchionne a Maranello, Elkann sarà un presidente più istituzionale, vestito con giacca e cravatta, capace di mantenere contatti con i clienti di tutto il mondo, pronto a riceverli in quella fabbrica boutique che tutti i costruttori invidiano. Finisce un’era, a Torino, a Detroit, a Maranello, in Brasile, in Turchia, in Canada, in Polonia. Non era raro che Marchionne si recasse personalmente in tutte le fabbriche dove andava a rassicurare le maestranze. Girava con una bottiglietta di acqua tra le mani, informale, con il suo maglione nero, la sua divisa di questi anni. Un manager che da un lato era molto attento ai conti, dall’altro non perdeva di vista le persone anche nelle battaglie più aspre. Cambiamento anche in Cnh Industrial, presidente una donna, Suzanne Heywood. Derek Neilson proseguirà l’incarico di ceo ad interim, assicurando la continuità operativa.