Di Maio: Ilva, in ballo 14 mila persone
«Avviate le procedure di verifica sul bando». E nel dl Dignità spunta la norma salva supplenti
MILANO La questione Ilva rimane al centro della ribalta politica. Sul destino dell’azienda di Taranto ieri è intervenuto Luigi Di Maio. «Il governo precedente ha avuto cinque anni per affrontare il tema dell’ilva e lo ha lasciato in queste condizioni, con un bando pieno di criticità e con una scadenza in tempi brevi», ha detto il ministro dello Sviluppo Economico. E ha precisato: «Qui dobbiamo decidere del futuro di 14 mila persone con una condizione ambientale a Taranto che non è mutata ma è peggiorata in tutti questi anni». E ancora: «Prima di affidare quella azienda a un privato, devo garantire che tutto sia in regola. Già in questa ore stiamo scrivendo all’avvocatura dello Stato e stiamo avviando una procedura interna per le verifiche».
Le posizioni del leader M5S, espresse anche in Aula venerdì, hanno suscitato le reazioni delle opposizioni. «Che una persona come Di Maio si occupi del destino dell’ilva è una sciagura per il Paese», commenta il forzista Maurizio Gasparri. «Da settimane aspettiamo che il governo dica con chiarezza e una volta per tutte cosa vuole fare», attacca l’ex viceministro al Mise, la dem Teresa Bellanova. A premere su Di Maio sono i gruppi ambientalisti, da sempre vicini al Movimento. Il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti, si dice in «disaccordo con la strategia del ministro». Invece Michele Anzaldi del Pd invoca chiarimenti: «Sullo scambio di lettere tra Mise e Anac su Ilva, una vicenda molto delicata che riguarda il futuro di 20 mila lavoratori e di un’intera città, ci sono troppi dubbi, troppe opacità e strumentalizzazioni».
Ma non è solo il tema Ilva a tenere banco. Polemiche anche per il decreto Dignità che, come ha detto Luigi Di Maio, sarà «potenziato» grazie agli interventi aggiuntivi e diventerà «un decreto 2.0». Tra le novità, si vuole cancellare il limite di 36 mesi per le supplenze introdotto con la buona scuola. Una misura che potrebbe far discutere per i suoi effetti. Intanto sul blog il capogruppo alla Camera, Francesco D’uva, torna ad attaccare Tito Boeri: «Ti devi dimettere». «Evidentemente non è che sia molto in linea con noi», ha detto invece Di Maio. E sul futuro di Boeri parla di capi di enti pubblici in scadenza: «Sono quasi tutti in scadenza quindi a breve potremo rinnovarli».
Il governo precedente ha avuto 5 anni per affrontare il tema Ilva e l’ha lasciata così Luigi Di Maio