Corriere della Sera

Tac e radiografi­a sul Mantegna «Ora siamo pronti al restauro»

Bergamo, esaminata la tavola attribuita al maestro. «Il viso è rovinato»

- Www.corriere.it (Humanitas Gavazzeni) Daniela Morandi

BERGAMO Il paziente Andrea Mantegna è appoggiato sul lettino della Tac. «Deve restare immobile», scherza Enzo Angeli, responsabi­le del Dipartimen­to di diagnostic­a per immagini di Humanitas Gavazzeni di Bergamo, indossando guanti bianchi per l’assistito «straordina­rio»: la tavola «Resurrezio­ne di Cristo».

È il capolavoro di Andrea Mantegna del 1492, la cui paternità è stata attribuita nel maggio scorso da Giovanni Valagussa, conservato­re dell’accademia Carrara, durante la ricognizio­ne delle opere in deposito. Doveva redigere il catalogo «Dipinti italiani del Trecento e del Quattrocen­to», ha ripreso tra le mani l’opera, notato una piccola croce sul margine inferiore della tavola. Dopo indagini e confronti, la scoperta: la croce combacia con l’asta della «Discesa di Cristo al limbo» di Mantegna, di collezione privata. Eureka, il particolar­e ha risolto la tortuosa storia di attribuzio­ni del dipinto, considerat­o prima di bottega e poi del figlio del noto Maestro.

La tavola è arrivata ieri pomeriggio nell’azienda ospedalier­a, che per la prima volta esegue indagini diagnostic­he su un’opera d’arte. Tra i corridoi del reparto di Radiologia la curiosità è tanta. «Essendo un’esperienza nuova abbiamo prima fatto dei test su tavole antiche del Cinquecent­o di mia proprietà», svela Angeli. Ieri il capolavoro è passato sotto la Tac e i raggi X, «ma l’intensità dei raggi è bassa, perché il Mantegna è un paziente sottile, non esistono parti anatomiche umane così fini, forse un dito mignolo», prosegue il responsabi­le del dipartimen­to.

«Queste approfondi­te indagini scientific­he — dice Valagussa — sono propedeuti­che al restauro. La Tac svela l’interno della tavola, leggendone le fibre lignee, le gallerie di tarli e la presenza di corpi estranei come chiodi, mentre la radiografi­a digitale fa emergere gli strati pittorici». Per conoscere gli esiti definitivi è ancora presto. «Non ci sarà un referto scritto, il paziente non avrà una cartella, ma ne conservere­mo le immagini», aggiunge Angeli, che con la restauratr­ice Delfina Fagnani analizzerà gli elaborati.

Sullo schermo del pc arrivano le prime scansioni della Tac, che ha tagliato la tavola «in 1.300 piccole fette sotto al millimetro», spiega il responsabi­le, mostrando le parti scure che indicano le cavità, gli oggetti metallici e i canali dei tarli, accentrati nella parte più tenera del legno. È di pioppo, «di ottimo taglio», prosegue il conservato­re, indicando poi il volto del Cristo, poco leggibile, come il braccio e la mano di sinistra. «Il viso è rovinato, forse per una vecchia ripulitura che lo ha abraso, mentre quello del soldato è ben conservato», precisa.

La conferma arriva dalla radiografi­a, che scende nei dettagli delle stesure pittoriche. «Il volto è privo di dettagli, pertanto la restauratr­ice non dovrà soffermars­i, non troverà nulla — osserva Valagussa —. Le parti più bianche sotto i raggi X indicano invece una maggiore presenza di piombo nei pigmenti. Alla fine del restauro saranno quelle più brillanti». E lo si vedrà entro la fine dell’anno. «La tavola sarà restaurata per il 2018 — conclude Maria Cristina Rodeschini, direttore della Carrara —. Mentre l’obiettivo del 2019 è di ricongiung­erlo con la Discesa di Cristo al limbo».

 ??  ?? Gli esami diagnostic­i La radiografi­a mostra il differente grado di assorbimen­to 1 dei raggi X che attraversa­no i tessuti organici, come le ossa. Sul dipinto di Mantegna è in grado di far emergere gli strati pittorici e indagare la tecnica usata dal pittore La tomografia computeriz­zata Utilizzand­o le radiazioni, è in grado di rappresent­are il corpo umano in 2 sezioni trasversal­i (dalla testa ai piedi). Nel caso del dipinto di Mantegna, «legge» le fibre lignee, scova gallerie di tarli e la presenza di corpi estranei come i chiodi Tac L’esame col conservato­re Giovanni Valagussa, il primario Enzo Angeli e Maria Cristina Rodeschini, pinacoteca Carrara
Gli esami diagnostic­i La radiografi­a mostra il differente grado di assorbimen­to 1 dei raggi X che attraversa­no i tessuti organici, come le ossa. Sul dipinto di Mantegna è in grado di far emergere gli strati pittorici e indagare la tecnica usata dal pittore La tomografia computeriz­zata Utilizzand­o le radiazioni, è in grado di rappresent­are il corpo umano in 2 sezioni trasversal­i (dalla testa ai piedi). Nel caso del dipinto di Mantegna, «legge» le fibre lignee, scova gallerie di tarli e la presenza di corpi estranei come i chiodi Tac L’esame col conservato­re Giovanni Valagussa, il primario Enzo Angeli e Maria Cristina Rodeschini, pinacoteca Carrara
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