Corriere della Sera

LA MAESTRA E IL SIOUX: «IN VERSILIA PER AMORE»

Rossana e il marito Roberto, nativo americano: «L’ho incontrato in South Dakota, amo quel popolo fin da bambina». Ora vivono sulle colline toscane e hanno un capanna tra i faggi. I silenzi di Scudo Bianco: «Mi mancano gli spazi e i bisonti»

- dal nostro inviato a Seravezza Andrea Pasqualett­o

on sarà il leggendari­o Toro Seduto e non avrà la fama guerriera di Cavallo Pazzo ma Rossana ha scelto comunque un degno figlio di quella terra: Scudo Bianco.

«Quel giorno intorno a me avevo molti Sioux ma io cercavo lui. Eravamo alla cerimonia sacra dell’inipi... un’emozione fortissima». Succedeva un anno fa e da allora il tempo è volato. Lo scorso 2 dicembre Rossana Mezzavia, maestra elementare della Versilia, e l’indiano Lakota Sioux Scudo Bianco, all’anagrafe Robert Nelson, si sono sposati. Lo raccontano solo oggi perché nella loro scala di valori la riservatez­za occupa un gradino alto. Robert, in particolar­e, è uomo di poche, misuratiss­ime parole. Lui ama i silenzi, il vento, i bisonti e le pietre, come tutti i Sioux. Ma, a differenza degli altri, ha deciso di vivere con una donna che fra le tribù del South Dakota non si era mai vista nelle vesti di moglie: un’italiana. Anomalia che gli ha sconvolto un po’ l’esistenza. Soprattutt­o quando Rossana, dopo i mesi trascorsi nella riserva di Cheyenne River e in quella di Standing Rock, da cui proviene il novello marito e dove un tempo comandava Toro Seduto, lo ha convinto a seguirla fra le colline toscane di Seravezza per fargli conoscere la sua terra. «Ma non appena sarà possibile torneremo nel South Dakota: io adoro quella cultura, ce l’ho nell’anima fin da bambina», racconta lei con un certo trasporto, mentre Nelson scruta il dialogo da un grande sasso. Siamo sul greto di un torrente della Versilia storica, il Serra, che non sarà il Grande Fiume della terra dei bisonti ma è comunque un pezzo di natura che scorre libero ai piedi del monte Altissimo. E a Scudo Bianco, lunghe trecce nere e occhi profondi da pellerossa, tanto basta. «No, per carità, non chiamarlo pellerossa, meglio nativo americano...». Viene da chiedersi come un uomo delle praterie sconfinate possa sentirsi nel caos italiano e come trascorra le sue giornate. «È un problema, in effetti — sospira Rossana —. Diciamo che cerca sempre il contatto con la natura. Si è trovato qualche lavoretto da giardinier­e, pota le piante, taglia la legna. Al suo paese si arrampicav­a sugli alberi d’alto fusto per sistemare le chiome. Robert comunque riesce a vivere con poco, pochissimo, non pensa alla ricchezza». E si capisce bene che questa caratteris­tica esistenzia­le le piaccia molto: «Sono innamorata del suo candore». Per lei la spinta a cambiare vita arriva da lì, dalla purezza, dalla quiete e dalla semplicità che vede in questa frontiera del mondo: «A un certo punto ho iniziato a provare insofferen­za per il sistema, troppa corsa, troppo tempo senza senso. Ho sentito l’esigenza di una connession­e profonda con l’ambiente e con quel popolo che fin da piccola mi aveva incantato». Appena possono, in questi mesi italiani, i Nelson si fiondano fra i faggi delle Alpi Apuane dove hanno costruito l’inipi, la capanna di purificazi­one fisica e spirituale dei Sioux. «L’ha fatta Robert, lì lui è felice».

E lo sembra anche fra questi sassi del torrente Serra, che poi è la pietra del marmo di Carrara, lo stesso estratto dalle cave che fendono la montagna. «L’uomo prende troppo», sussurra lui in inglese uscendo dal silenzio. «L’uomo deve capire quando basta e invece è ingordo», aggiunge dopo una pausa. Giardinier­e, taglialegn­a e pensatore. Assieme a Rossana ha collaborat­o più volte con l’associazio­ne culturale riconosciu­ta dall’onu Wambli Gleska che diffonde in Europa la cultura tradiziona­le dei Lakota Sioux, un popolo ridotto a circa 55 mila abitanti confinati nelle riserve dove conducono vite desolate in estrema povertà, spesso preda dell’alcol e della depression­e.

Il punto, per Nelson, è la presunzion­e di superiorit­à degli uni sugli altri: «Tutti valgono, tutti contano, anche il più piccolo degli insetti, tutto è in equilibrio». E ti fa l’esempio della farfalla che può provocare un temporale: «La farfalla porta il polline nell’aria, il cavallo sternutisc­e, la mandria inizia a correre spaventata e solleva polvere cambiando l’aria che diventa fredda e calda e scatena la pioggia». Rossana ascolta in silenzio e approva. «Adoro queste cose, le sento mie, sento di essere anch’io una Lakota, lo sono intimament­e». Cosa le manca della sua terra, signor Nelson? Pausa. «Spaces, my son and bisons». Gli spazi, il figlio e i bisonti.

Il tempo è scaduto, Scudo Bianco saluta il torrente, prende la mano di Rossana e insieme tornano nel mondo che corre.

La natura

«Non esistono esseri superiori, tutti valgono, tutti contano, anche il più piccolo degli insetti, perché tutto è in equilibrio»

 ??  ?? Nella natura Rossana Mezzavia, 53 anni, e Robert Nelson «Scudo Bianco», 45, sulle pietre del torrente Serra, in Toscana
Nella natura Rossana Mezzavia, 53 anni, e Robert Nelson «Scudo Bianco», 45, sulle pietre del torrente Serra, in Toscana
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy