Corriere della Sera

Terzo settore, i 300 mila che aspettano i decreti

- di Elisabetta Soglio

Chi si sta dimentican­do il Terzo settore? Ovvio che il governo abbia un’agenda zeppa di urgenze e nessuno si aspettava che in cima ai temi ci fosse questo: ma la mancata approvazio­ne dei decreti correttivi della Riforma potrebbe danneggiar­e migliaia di realtà. La scorsa settimana era stato approvato il correttivo sull’impresa sociale. Ma per quello più corposo (e atteso), quello sul Codice, è stata chiesta una proroga di quattro mesi rispetto alla scadenza del 2 agosto. La proposta è stata già approvata al Senato ed è ferma alla Camera. Il Forum del Terzo settore sta invece forzando, con la sua presidente Claudia Fiaschi impegnata in incontri e trattative serrate, per avere qualche garanzia in tempi più rapidi.

Vale la pena chiarire quale sia la posta in gioco: senza l’approvazio­ne del correttivo, circa 300 mila enti restano sospesi (fra l’altro in fase di approvazio­ne di bilanci) senza avere chiarezza sulle disposizio­ni fiscali e su come debbano essere considerat­e alcune loro attività. Domande come: posso autofinanz­iarmi? Questo servizio che io svolgo è tassato oppure no? Come devo considerar­e le attività accessorie? Posso continuare a procedere con le stesse modalità o devo costituirm­i in impresa sociale? La Riforma mi impone modifiche statutarie? Ci sono decine di domande in attesa di risposte che neppure commercial­isti e notai hanno finora dato, proprio in attesa del correttivo. Non solo: da mesi sono ferme le costituzio­ni di nuove associazio­ni le quali, non sapendo quale ragione sociale assumere e come articolare lo statuto, hanno preferito aspettare di avere chiarezza. Sempre dal correttivo. Attendere quattro mesi significhe­rebbe prolungare una pericolosa situazione di incertezza. Insinuando il dubbio, fra l’altro, che dopo la lunga attesa si possa decidere di non cambiare nulla. Con i moltissimi problemi che ne conseguire­bbero per il mondo del volontaria­to e degli enti associativ­i.

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