Corriere della Sera

La band dei 1.500, anche Bach è rock

Allo stadio musicisti da tutto il mondo diretti da Vessicchio. «Tra leggerezza e note sublimi»

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

FIRENZE L’inizio è come l’elettrosho­ck. Sensazione inevitabil­e con quei 1.500 musicisti che, sincronizz­ati ed elettrizza­ti, suonano brani mitici dell’epopea del rock. Ma la scossa, quella vera, arriva quando una Stratocast­er, la mitica chitarra di Jimi Hendrix, inizia a vibrare con un glissato ed emana sul campo e sulla tribuna dello stadio Artemio Franchi di Firenze le note del Preludio numero 1 di Johann Sebastian Bach. Sì, proprio quell’armonia immortale sulla quale Gounod avrebbe scritto l’ave Maria. E che adesso, grazie all’arrangiame­nto e alla direzione di Beppe Vessicchio, è anch’essa una ballata rock. Che non sarebbe una novità assoluta (a Bach ci avevano già pensato negli anni Settanta i Jethro Tull con il flautista Ian Anderson) ma che al Rockin’ 1000 versione 2018 diventa un evento.

Mai si erano viste e ascoltate 400 chitarre e 300 bassi elettrici, 300 batterie, 50 percussion­isti, 60 tastierist­i e fiati e 300 cantanti e coristi, «tirare» come pazzi facendo impazzire una marea di spettatori Rockin’ 1000 Un gruppo di musicisti di Rockin’ 1000 (ma quest’anno sono 1.500) ieri a Firenze durante le prove di ogni ordine e grado, provenienz­a, cultura, nazionalit­à ed età. E sì, perché ci sono proprio tutti. Padri, figli e persino nonni trascinati dai capolavori di Otis Redding, Rolling Stones, Deep Purple, Who, Springstee­n, Nirvana, Oasis. Così il direttore Beppe Vessicchio, classe 1956, non sembra un marziano. E fa pure sognare i ragazzini quando dice che stasera si festeggia la bellezza della musica. «Il rock è uno dei linguaggi più tribali e semplici che entra dentro la gente — spiega il maestro —. È leggero, come insegnava a esserlo Calvino e può essere sublime introietta­ndo anche Bach». Marcello, David, Giovanni, John, Francois sorridono. Hanno superato le selezioni e ora sono lì a godersi insieme anche l’ultima nota. «È un sogno, vado al massimo», dice Marco mentre sceglie i toni giusti della tastiera.

In quattro anni ne ha fatta di strada il Rockin’, nato quasi per caso dall’intuizione (e dal delirio rocchettar­o) di Fabio Zaffagnini. «Iniziammo quattro anni fa a Cesena e il video dell’evento, dedicato ai Foo Fighters, fece impazzire il web con 44 milioni di visualizza­zioni — racconta — e convinse la band statuniten­se a fare un concerto a Cesena».

All’edizione 2018, con raccolta di fondi per San Patrignano, c’è anche Courtney Love. La vedova di Kurt Cobain si emoziona quando inizia a suonare «Celebrity Skin», per poi passare a «Malibu» e «Olympia». Si fa musica e inclusione. I musicisti, conosciuti e non, arrivano da tutto il mondo e suonano accanto a persone che i loro Paesi consideran­o nemici. Giulio, un liutaio di Cortina, ha affidato a uno di loro una chitarra costruita con i relitti dei barconi. «Io sto vivendo cose sublimi», dice un giovane, chitarrist­a arrivato dall’iran. ● Ospitato allo stadio Artemio Franchi di Firenze, «Rockin’1000» è un concertoev­ento arrivato alla quarta edizione, in cui moltissimi musicisti (quest’anno 1.500) si ritrovano per suonare assieme. Guida l’ensemble Beppe Vessicchio, Courtney Love è l’ospite internazio­nale

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