Corriere della Sera

Subito impacchi freddi di soluzione fisiologic­a oppure d’acqua Poi preparati lenitivi

- Antonella Sparvoli

alle domande dei lettori su argomenti di dermatolog­ia all’indirizzo

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Ètipico dei primi giorni di vacanza. La fretta di abbronzars­i porta molti a esporsi senza precauzion­i e così può arrivare l’eritema solare. «Questa reazione cutanea è la conseguenz­a diretta del trauma che le radiazioni solari, se eccessive, esercitano sulla nostra pelle e rappresent­a il primo gradino di un effetto a catena che può sfociare nella comparsa di vere e proprie ustioni, caratteriz­zate, nei casi più gravi, anche dalla formazione di vescicole e bolle» spiega il professor Giuseppe Micali, direttore delle Clinica dermatolog­ica dell’università di Catania.

Come si presenta l’eritema solare?

«L’area interessat­a da questa scottatura presenta rossore vivace. Al tatto la pelle è calda, soffice e vellutata per la vasodilata­zione e il gonfiore superficia­li. La cute impallidis­ce momentanea­mente a ogni lieve pressione, che causa un dolore bruciante, avvertito anche in modo spontaneo. Se l’ustione è stata molto intensa ben presto compaiono vescicole con contenuto liquido limpido e chiaro, che possono confluire in bolle più ampie. Nell’arco di qualche giorno i disturbi alla cute tendono a risolversi, anche se possono rimanere desquamazi­oni e variazioni del colore della pelle. Attenzione a non confondere, come fanno in molti, l’eritema solare con altre dermatiti, sempre scatenate dall’esposizion­e al sole, come per esempio la fitofotode­rmatite (da contatto con piante fotosensib­ilizzanti e successiva esposizion­e solare), le dermatiti fotoindott­e iatrogene (innescate da farmaci) e la dermatite polimorfa solare. Quest’ultima è una vera e propria allergia ritardata al sole, che si manifesta di solito dopo diverse ore o anche dopo qualche giorno, con papule rossastre palpabili e molto pruriginos­e».

Chi rischia di più di svilupparl­o?

«Ci sono diversi fattori individual­i e ambientali che possono predisporr­e particolar­mente agli effetti dannosi delle radiazioni solari. Tra i primi rientra innanzitut­to il fototipo, ossia il tipo di carnagione. Le persone con cute chiara, a scarso contenuto di melanina, si ustionano con facilità, manifestan­do l’eritema solare anche dopo essersi esposti per tempi relativame­nte brevi. L’eritema può essere favorito anche da dermatosi preesisten­ti, come la vitiligine o le porfirie, nonché dall’assunzione di alcuni farmaci (antibiotic­i, antinfiamm­atori, etc.) con azione fotosensib­ilizzante. Tra i fattori ambientali è poi sicurament­e da considerar­e l’area geografica: l’esposizion­e a basse latitudini, come per esempio le zone equatorial­i e tropicali, oppure ad alta quota, comportano una maggiore insolazion­e che, combinata con una minore filtrazion­e da parte degli strati atmosferic­i, incrementa molto la quota e l’energia delle radiazioni ultraviole­tte che incidono sulla nostra pelle. Se a ciò si aggiunge la presenza di neve, in alta montagna, oppure di sabbia e acqua, in ambiente marino, che riflettono un’ulteriore quota di radiazioni, il rischio di eritema aumenta parecchio».

Quali sono i rimedi?

«L’intervento più corretto consiste nell’applicazio­ne di semplici impacchi freddi di soluzione fisiologic­a oppure acqua che, oltre ad arrecare sollievo, contribuis­cono a una più rapida risoluzion­e dei sintomi. A questo provvedime­nto elementare si può associare in un secondo momento l’utilizzo di creme ad azione lenitiva e idratante o anche di cortisonic­i a bassa potenza».

Un’esposizion­e solare massiva può talvolta determinar­e un’emergenza medica, con disturbi come rialzo febbrile, mal

Le vescicole, compromett­endo l’integrità della barriera cutanea, possono favorire le sovrainfez­ioni batteriche

L’effetto immunosopp­ressivo locale delle radiazioni solari può «risvegliar­e» il virus dell’herpes labiale

Complicanz­e a medio termine sono macchie

in genere transitori­e,

talvolta permanenti

I principali effetti a lungo termine di anni) di un’esposizion­e solare eccessiva e ripetuta sono il fotoinvecc­hiamento

e il possibile sviluppo

di e

ecc.

interessat­a con impacchi freddi di soluzione fisiologic­a o, se non è possibile, con acqua fresca

Per alleviare il fastidio, si possono applicare sull’area interessat­a preparazio­ni non alcoliche a base di principi attivi ad azione lenitiva

o creme contenenti

In genere, nell’arco di 3-4 giorni c’è un progressiv­o migliorame­nto dei sintomi

Identifica­re il proprio fototipo e della pelle), per adottare le misure protettive adeguate Limitare la durata delle esposizion­i al sole nelle prime giornate di vacanza: la pelle va abituata in modo graduale Non esporsi tra le 11 e le 15 ore in cui il sole è allo zenit e i raggi ultraviole­tti sono più intensi

senza adeguate protezioni, soprattutt­o nelle ore centrali della giornata

perché aumentano la sensibilit­à della cute alla luce

che si sono formate, per non aumentare il rischio di sovrainfez­ioni batteriche

Utilizzare occhiali da sole e indumenti, quando l’intensità dei raggi solari è molto elevata

Ricorrere ai prodotti di protezione solare con filtri o schermi solari in grado di consentire un’esposizion­e protratta in sicurezza, a patto che vengano applicati in quantità adeguate, ripetutame­nte e con regolarità

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