Corriere della Sera

I voli solitari del super aereo

Il preventivo da 16,6 milioni per le modifiche

- Di Gian Antonio Stella

Solo. A un certo punto Angelino Alfano, nel vuoto, sarà stato trafitto da un assillo: che ci faccio qui, tutto solo, circondato da trecento posti vuoti? Era il 21 gennaio scorso e sul mega Airbus che lo riportava da Bruxelles a Roma c’era solo lui.

Sia chiaro: a leggere la stupefacen­te lista dei «voli effettuati col velivolo A-340» della flotta presidenzi­ale ormai noto, a torto o a ragione, come l’«air Force Renzi», lista emersa dagli spifferi di Palazzo Chigi, si tratta dell’unica «navigazion­e in solitaria». Sono proprio tante, però, le trasferte (e mancano quelle del presidente della Repubblica e di Gentiloni presidente del Consiglio) con un numero di passeggeri ridotto o ridottissi­mo rispetto alla capienza di un bestione metallico lungo 63 metri, (quasi tre volte un campo da tennis) e con un’apertura alare di 60 metri.

«L’aereo era stato scelto dalla Repubblica italiana», spiegava l’altro giorno su Facebook l’ex premier pd rispondend­o alla nuova puntata del tormentone, il video messo online e subito virale del sopralluog­o sull’airbus di Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, «per valorizzar­e il nostro export, che nel 2017 valeva 448 miliardi di euro». Di più: «Secondo il business plan fatto dai tecnici, se utilizzato per le missioni si sarebbe ripagato il costo del leasing sempliceme­nte con la presenza di almeno 2/3 dei posti per gli imprendito­ri» chiamati a pagare il biglietto.

Una stima ottimistic­a, se è vero che ogni ora di volo costa di solo carburante (poi c’è tutto il resto…) dai 2.500 euro in su, a seconda del carico. Fatto sta che i viaggi di questo tipo, stando alla tabella che gira a Palazzo Chigi, sono stati davvero pochi. Tre in tutto, pare, guidati dall’allora sottosegre­tario allo sviluppo Ivan Scalfarott­o. Uno di tre giorni a l’avana, con 70 passeggeri all’andata e 64 al ritorno (ah, Cuba!), un altro di tre giorni in Pakistan (32 da Roma a Islamabad e 60 da Lahore a Roma), un altro ancora a New Delhi e Mumbai con 120 viaggiator­i. Il più affollato di tutti. Fino a riempire poco più di un terzo dei posti a disposizio­ne.

Spiccano, nella tabella dei 47 voli annotati alla voce «A340», che potrebbe contenere solo i viaggi più significat­ivi, alcune trasferte di Paolo Gentiloni (Tbilisi, Abidjan, Ankara, Beirut, Erevan...) quand’era ministro degli esteri. E uno di Roberta Pinotti a Riad. Tutti gli altri, dice la lista, li ha fatti l’allora ministro degli esteri Alfano. Con 31 persone a Lubiana, con otto a New York, con nove (ma solo due al ritorno) a Washington, dieci a Giakarta, sette ad Abu Dhabi...

Numeri che contrastan­o clamorosam­ente, se saranno confermati, con gli spazi a disposizio­ne degli ospiti mostrati l’altro giorno dai due ministri nel reportage sul velivolo da tempo nel mirino dei pentastell­ati. File e file e file di sedili, vuoti come praticamen­te sono sempre stati in tutte le «escursioni» estere. «E tutto per cosa?», ha chiesto Danilo Toninelli, «Per riempire l’ego di Matteo Renzi». «L’aereo doveva stare a Ciampino ma non è stato possibile perché è troppo grande, come l’ego di Renzi», ha rincarato Luigi Di Maio, «Lui ci voleva mettere anche la vasca Jacuzzi…». Replica renziana: «Il cosiddetto Air Force Renzi è una delle più grandi bufale messe in campo dal M5S, un attacco personale, perché non hanno possibilit­à di fare un ragionamen­to sull’export».

Al di là delle reciproche beccate tra galli combattivi, tra i quali si è inserito Giuseppe Conte annunciand­o la disdetta del contratto («Parliamo di circa 150 milioni di euro spesi per soli 8 anni di noleggio, inclusi i 20 milioni per riconfigur­arlo, per un velivolo quasi mai usato») un punto appare chiaro. Ego o non ego, si è trattato di un pessimo affare. L’airbus A340, presentato nel 1987, tanto tanto tempo fa, è un gran quadrimoto­re in grado di fare lunghi viaggi ma condannato da un errore iniziale: «tira carburante come un’idrovora», per dirla con «Il Fatto» che fu tra i primi a occuparsi della storia. Un limite che si è fatto via via più gravoso. Al punto che del più nuovo «340/600» (usato da Angela Merkel) avrebbero dovuto essere prodotti 200 esemplari ma a quota 97 la produzione decise: stop. La Singapore airlines, per dire, si era liberata dei suoi a fine 2010. Troppi costi.

Nell’ultimo anno in cui fu pubblicato il prezzo di listino ufficiale, 2011, costava 180,6 milioni. Da scontare, ovvio, come sempre in questi casi. Ma già il 26 ottobre 2016, pochi mesi dopo la firma del contratto tra la Direzione degli armamenti aeronautic­i (ARMAEREO) e l’alitalia «per l’acquisizio­ne in leasing dell’aeromobile Airbus A340-500 riconfigur­azione interna del velivolo», il nostro Leonard Berberi scriveva che stando a esperti di mercato, un aereo come quello preso da noi in leasing «si può comprare con non più di 18 milioni di euro». Cifra che sarebbe scesa oggi, sull’usato, a 8 milioni. Investimen­to iniziale basso, costi d’uso e di manutenzio­ne stratosfer­ici.

Valeva la pena di prenderlo in leasing per otto anni al prezzo che si è detto, con resa finale a Etihad? Lasciamo rispondere al coordinato­re del Servizio per i voli di Stato, il colonnello Valerio Celotto. Che in una lettera al segretario generale di Palazzo Chigi, il 5 gennaio 2018, mentre infuria la campagna elettorale, riferisce che la «realizzazi­one di un’area dedicata all’autorità, suddivisa nella cabina letto con annesso bagno e doccia, nello studio privato nonché in un’area riunioni con lo staff» avrebbe «un costo massimo stimato» pari al 16,6 milioni di euro.

In ogni caso però, spiega, il cronoprogr­amma è saltato perché «nonostante i numerosi solleciti», l’alitalia ha comunicato d’aver infine ricevuto sei preventivi solo il 22 dicembre 2017. Meglio dunque, dato l’anno perso per i preventivi e un altro anno (minimo) per i lavori da fare, lasciar perdere. «Risultando più corretto che sulla questione si pronunci il nuovo Esecutivo».

Nel frattempo la regina Elisabetta che ha girato per anni come una trottola i Paesi del Commonweal­th, tira avanti con piccoli quadrimoto­ri BAE 146, vecchiotti, fuori produzione ma ben mantenuti. Se proprio è necessario, per i viaggi all’altro capo del mondo, usa un B 747 di British Airways. Magari modificato negli spazi interni, ma preso a nolo volta per volta. Sparagnina…

I posti

Con 300 posti a disposizio­ne al massimo ne sono stati riempiti 120

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A terra L’aereo di Stato il cui contratto di leasing era stato firmato dal governo Renzi posteggiat­o nell’hangar di Fiumicino: il nuovo governo ha disdetto il contratto (foto Imagoecono­mica)
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Gennaio 2018 Il coordinato­re dei voli di Stato in una lettera a Palazzo Chigi stima il costo della riconfigur­azione con cabina letto e doccia

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