Corriere della Sera

Foa «resiste» alla guida della Rai

- Baccaro, Guerzoni

Matteo Salvini non arretra di un passo sulla candidatur­a di Marcello Foa alla presidenza della Rai, che dice: «Resto come consiglier­e anziano e coordinerò il cda». Intanto diventa un caso il figlio del candidato leghista, Leonardo, di 24 anni, che lavora proprio nello staff del vice premier. Il Pd lo attacca: «Il solito nepotista». Ma lui: «Nessun imbarazzo». E intanto sulla Rai, Di Maio: «Soluzione in fretta».

È stallo nel consiglio di amministra­zione della Rai dove ieri Marcello Foa, il presidente bocciato dalla commission­e parlamenta­re di Vigilanza, ha guidato la riunione nelle vesti di «consiglier­e anziano». Ai colleghi ha detto di essere «ancora in attesa di indicazion­i dell’azionista» e che nel frattempo continuerà «a coordinare i lavori del cda» per anzianità. Per il vicepremie­r leghista Matteo Salvini, Foa resta «assolutame­nte» il candidato-presidente anche a costo di rompere con Berlusconi. «Io guardo se una persona vale. Mi devono dare una giustifica­zione valida per dire “no”».

Scatenate le opposizion­i. Ma mentre Forza Italia ha via via diradato gli attacchi, il Pd ha alzato i toni. Il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, ha dichiarato di volersi rivolgere al capo dello Stato. Il collega alla Camera, Graziano Delrio, ne ha corretto il tiro, annunciand­o la richiesta di un incontro urgente ai presidenti delle Camere.

E mentre la politica cerca soluzioni, si affilano le armi giuridiche. Michele Anzaldi segretario della Vigilanza (Pd), invoca la Corte dei Conti contro Foa che, essendo stato bocciato come presidente del cda, non può guidarlo da consiglier­e anziano, né occuparsi di nomine che sarebbero da impugnare. Come già annuncia di voler fare Fnsi-usigrai.

In serata è Foa a rincarare. In un video su Facebook dichiara di voler «servire la Rai con estremo rispetto delle regole», dice che non cederà alle «provocazio­ni» e richiama in causa l’azionista, il ministero dell’economia, le cui decisioni dice di attendere per adeguarvis­i «molto serenament­e». Ma il ministero in questione ha già fatto sapere che la presidenza Rai non è nella proprie competenze. L’insistenza di Foa perciò può apparire da un lato come una manovra diversiva, dall’altro un voler chiamare in causa chi, impegnando­lo nel cda Rai, lo ha indotto a lasciare definitiva­mente impegni molto meglio remunerati.

Ma può Foa presiedere il cda da consiglier­e anziano? «C’è un precedente – dice Angelo Maria Petroni, già consiglier­e di amministra­zione Rai –. Quando Lucia Annunziata nel 2004 si dimise dalla presidenza, il consiglier­e anziano Francesco Alberoni ne prese il posto per un anno, fino a scadenza del cda». Allora le prime nomine furono fatte passare il giorno dopo l’addio di Annunziata. Il precedente potrebbe agevolare l’imminente infornata di direttori di testata, che qualcuno considera urgenti e indifferib­ili, visto che scadono a settembre.

«Il caso Annunziata è differente – osserva il docente di diritto Pubblico alla Sapienza Beniamino Caravita –. Lì un presidente c’era prima delle dimissioni. Qui no, e avrei dei dubbi che il consiglier­e anziano possa agire prima che ne sia stato almeno nominato uno. Cosa che va fatta peraltro al più presto». Concorda Ottavio Grandinett­i (Università di Macerata): «Il consiglier­e anziano non può restare all’infinito. Il presidente della Vigilanza chieda con urgenza la nomina del presidente». «Questa impasse dimostra che la legge è stata scritta male e va riformata» osserva l’ex consiglier­e Rai, Rodolfo De Laurentiis.

Il ministero «Aspetto indicazion­i dall’azionista»

Ma il ministero di Tria si chiama fuori

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L’ex premier Silvio Berlusconi, 81 anni, ha lasciato il San Raffaele dopo un breve ricovero

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