Il vice di Toninelli: certe opere non si toccano
Rixi (Lega): «I progetti chiesti dalle Regioni, soprattutto dove governiamo, vanno realizzati»
Rixi, il governo ha un problema con le infrastrutture?
«Se un problema esiste, è soprattutto comunicativo. Però, dobbiamo stare attenti a non disorientare l’opinione pubblica». Edoardo Rixi da Genova, leghista, è il viceministro in pectore alle Infrastrutture e trasporti. Ma l’estrema cautela del ministro M5S Danilo Toninelli sulla sorte delle opere programmate sta creando perplessità nei leghisti.
Comunicativo? Perché?
«Chiariamo. Noi riteniamo che le opere chieste dai territori, soprattutto quelle delle Regioni in cui governiamo, siano da realizzare. Però, è giusto provare a migliorare progetti che, come dice il ministro Toninelli, sono stati pensati magari trent’anni fa».
Il ministro dice che per alcuni ci può essere uno stop definitivo.
«Per questo credo che la comunicazione vada messa a punto. Perché il rischio è che diventi difficile spiegare alle comunità locali, magari al momento poco convinte della necessità di certi lavori, i benefici futuri».
Lo ammetta, su questo argomento nel governo ci sono idee diversissime…
«Che la Lega e il M5S siano su questi temi due facce della luna è evidente. Tanti punti ci dividono, e molte tensioni si riverberano su un ministero come questo. Però, sono convinto che con il buon senso si arriverà a soluzioni che superano le guerre ideologiche che spesso accompagnano le opere».
Ma se il ministro — e molti 5 stelle — sono contrari, il problema esiste. O no?
«Danilo Toninelli è una persona in buona fede e di parola. Rispettare i territori, niente mafie, migliori tecnologie: lui di questo parla. So che la sua non è una posizione ideologica. Chiaro che alcune affermazioni rischiano di disorientare l’opinione pubblica più qualificata, per questo ci vorrebbe una certa cautela nelle esternazioni. A volte noi dobbiamo frenare qualche nostro pasdaran, ma questo sforzo deve essere fatto da tutte le parti».
Per cui le infrastrutture vanno fatte?
«Lei pensi a quelle Regioni che attendono alcuni interventi da tempo. Il Terzo valico ha gli appalti già fatti all’ 80 % ed è realizzato per oltre un terzo. Qui la revisione non può essere sul Valico, ma semmai sull’anticipare gli investimenti delle FS tra Tortona e Milano perché oltre il tunnel non ci sia un tappo».
Ne parla perché lei è genovese?
«Ne parlo perché è questione di sistema. Le opere strategiche le faremo, come le Pedemontane.per quanto riguarda il porto di Genova è quello a maggior crescita in Europa. Sarebbe folle farlo implodere per mancanza di collegamenti. Già le imprese fanno fatica, cerchiamo di non aggiungere preoccupazioni...».