«Code troppo lunghe» e il personale sciopera Caos alla Torre Eiffel
Il monumento parigino è chiuso da mercoledì I dipendenti contro le prevendite online. L’ira dei turisti
PARIGI È difficile gestire venticinquemila visitatori al giorno che si incolonnano tutti i giorni dell’anno per dare la scalata alla Torre Eiffel, il monumento parigino e francese per eccellenza. Specialmente sotto la canicola, quando i bambini si innervosiscono per l’attesa e cominciano a piangere e a loro volta i genitori si spazientiscono per il nervosismo dei pargoli e cominciano a rimproverarli, facendoli piangere ancora di più.
Gli altri, i gruppi di turisti formati soltanto da adulti, mentre aspettano il proprio turno per prendere uno dei due ascensori che li porteranno in cima alla Torre, sbuffano e imprecano in tutte le lingue, chiedono spiegazioni, protestano. Tutti hanno pagato il biglietto, acquistandolo su Internet o alle casse collocate sotto i quattro piloni della Torre, ma nessuno è disposto a trascorrere tanto tempo in coda, ben più delle due ore che in genere è il tempo dichiarato dalla Sete, la società che gestisce la Torre Eiffel.
Il disagio è durato fino a mezzogiorno di mercoledì, dopo due intere giornate in cui non si è riusciti a smaltire il traffico dei visitatori. Poi, nel pomeriggio dell’altro ieri, la «soluzione»: chiusura totale. Il personale dipendente della Torre Eiffel, circa 300 persone (ma al monumento ne lavorano altre trecento, che non sono dipendenti diretti della Sete), ha dichiarato in blocco lo sciopero. I sindacati — la Cgt e la Fo — hanno comunicato che così non si poteva andare avanti e hanno ritenuto che l’unica misura efficace