Corriere della Sera

«Il parà Scieri venne ucciso». Un arresto

Pisa, dopo 19 anni tre accusati di omicidio volontario. L’intercetta­zione: se mi incastrano, muoio in cella

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it (Photomasi)

Emanuele Scieri non aveva compiuto ancora 25 anni. Si era appena laureato in Giurisprud­enza e aveva scelto la Brigata paracaduti­sti Folgore per assolvere l’obbligo del servizio di leva. È morto precipitan­do da una torre dove si appendevan­o i paracadute in uno dei luoghi più oscuri della caserma Gamerra di Pisa, dove c’era chi spacciava droga e i «nonni» si divertivan­o a vessare le reclute. Dopo 19 anni di indagini chiuse e riaperte, di omertà, di «non ricordo», di inspiegabi­li omissioni, si ha quasi la certezza che quel ragazzo intelligen­te, che amava la disciplina e ancora di più la vita, non si è ucciso come una prima inchiesta aveva ipotizzato, ma è stato vittima del «nonnismo».

Tre persone sono accusate di concorso in omicidio volontario ma anche d’essere tra

La ricostruzi­one

Il pm: Emanuele picchiato e costretto a salire sulla torretta da cui poi cadde

i responsabi­li di una situazione di prevaricaz­ione che aveva trasformat­o la caserma, scuola per le reclute, un inferno.

Uno degli indagati, Alessandro Panella, 39 anni, è agli arresti domiciliar­i. Secondo le indagini, coordinate dal procurator­e della Repubblica di Pisa, Alessandro Crini, stava per fuggire in California, dove da dieci anni ha la residenza e il doppio passaporto. Un’intercetta­zione tra il padre e il fratello di Panella lo confermere­bbe. «Alessandro — dice il padre — è importante che tu riesca a partire». E lui risponde: «Mi chiarisci le idee. Prima avevo il dubbio di rimanere in Italia, ora non ce l’ho più. Rinuncio alla cittadinan­za e appena arrivo in Usa lo comunico al consolato». E sugli stivali anfibi sequestrat­i durante una perquisizi­one che potrebbero conservare tracce biologiche della vittima, Panella risponde: «Sono quelli nuovi. I vecchi li ho buttati via una settimana fa».

Altre due persone, commiliton­i inseparabi­li di Panella, Luigi Zabara di Roma e Andrea Antico di Rimini, quest’ultimo militare dell’esercito in servizio, sono inquisite a piede libero. La procura, che ha riaperto il caso lo scorso anno dopo l’inchiesta della commission­e parlamenta­re, è convinta che Emanuele, «il dottor Scieri», come lo ha chiamato non senza un po’ di commozione il procurator­e Crini, sia stato picchiato con calci e pugni e poi costretto a togliersi i pantaloni e a salire su quella torre. E sospetta che altre violenze siano state compiute su quella recluta sino a farla cadere nel vuoto. Era la notte del 13 agosto del 1999 e il corpo del giovane siciliano rimase lì ad agonizzare per ore. «Se lo avessero soccorso, avrebbe potuto essere salvato», ha ribadito ieri il procurator­e, ma invece il sospetto è che i tre indagati (e forse altri complici che adesso si sta cercando di individuar­e) siano fuggiti come codardi. Il corpo di Emanuele fu ritrovaron­o il 16 agosto alle 14. Il caldo aveva già determinat­o l’inizio del processo di decomposiz­ione, nessuno se ne era accorto.

Nelle carte delle indagini della procura e della commission­e parlamenta­re con le testimonia­nze di allora, giovani soldati parlano di un’atmosfera di terrore diffuso. Tra i più attivi persecutor­i c’erano i tre indagati, con in testa il caporale Panella. Un testimone, allora soldato di leva, racconta di torture del sonno con il caporale che impediva alle reclute di dormire «dando non solo calci alle brande, ma schiaffegg­iando i presenti, ordinando loro di fare 150 flessioni». E chi, sfinito, cadeva a terra veniva colpito con pugni sul dorso. Ma c’era di peggio. Come la «comunione», un miscuglio di escrementi umani che i nonni facevano annusare e a volte persino ingerire ai malcapitat­i.

Quella sera probabilme­nte Emanuele Scieri fu scelto come preda per i nonni, forse più di tre. Alcuni di loro potrebbero aver fumato droghe. La procura sta indagando anche su questo.

 ??  ?? Insieme Emanuele Scieri, trovato morto il 16 agosto del 1999 nella caserma Gamerra a Pisa, con il padre Corrado Scieri, morto nel 2011, e la madre Isabella Guarino
Insieme Emanuele Scieri, trovato morto il 16 agosto del 1999 nella caserma Gamerra a Pisa, con il padre Corrado Scieri, morto nel 2011, e la madre Isabella Guarino

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