Lo stop sui vaccini Nessun bambino escluso da scuola ROMA
Rinviato di un anno l’obbligo dei certificati La protesta del Pd: «È la vittoria dei no Vax»
Tutto rimandato di un anno. Per ora. E poi chissà. Intanto per il periodo scolastico 2018-2019 salta il divieto di accesso a scuola per i bambini non vaccinati o che non hanno presentato i certificati che provino l’avvenuta vaccinazione. Lo stabiliscono due emendamenti identici presentati dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega all’articolo 6 del decreto Milleproroghe e approvati in commissione Affari costituzionali del Senato. La proroga dell’obbligo vaccinale all’anno scolastico 2019-2020 va nella direzione di «garantire il diritto di accesso a scuola ai bambini il prossimo settembre» i cui genitori non abbiano ancora presentato la documentazione prevista dalla legge Lorenzin per bambini e ragazzi da zero a 16 anni che invece «costituisce requisito di accesso» a scuola.
I senatori Cinque Stelle spiegano che la proroga è solo «una deroga messa a punto in attesa della presentazione del ddl sui vaccini che depositeremo a breve». E il sottosegretario alla Salute, Maurizio Fugatti, parla di «scelta di buon senso».
Ma per il Pd «è la vittoria dei No Vax, e soprattutto — dicono i senatori Dario Parrini e Simona Malpezzi — Lega e Cinque Stelle si assumono la responsabilità di diminuire l’immunità di gregge, a scapito dei più piccoli, dei bambini, dei più fragili, così come è accaduto a Bergamo». L’obiettivo della maggioranza, attaccano i deputati pd Elena Carnevali e Paolo Siani, «è quello di aggirare il divieto e demolire l’impianto della legge Lorenzin». Scelta «incomprensibile» anche per la senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo: «Si sposta al 2019 il divieto di accesso proprio per quella fascia d’età dove l’obbligo ha dato i migliori risultati, è un modo di procedere inconcepibile; virus e batteri non riconoscono alcun bilanciamento tra salute e istruzione, come invece vorrebbe la politica, ma riconoscono l’organismo e lo infettano con tutte le conseguenze del caso: è un preciso dovere di sanità pubblica mettere gli organismi dei bimbi in grado di difendersi». Ma, continua, «l’aula del Senato può ancora correggere quanto approvato in commissione e la ministra Grillo dovrebbe essere la prima a pretenderlo». Interviene anche Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto Mario Negri di Milano, che si augura che sui vaccini obbligatori non ci siano passi indietro: «Il decreto non va modificato, le norme stabilite per poter frequentare la scuola sono importanti e vanno difese contro ogni tentativo di rivederle o attenuarle». E, in un’intervista all’eco di Bergamo, ricorda che «l’allungamento della vita media dall’800 a oggi si deve proprio ai vaccini», perciò «il timore di effetti indesiderati gravi non è giustificato».
Contraria
La scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo: «Scelta incomprensibile»