Corriere della Sera

Lo stop sui vaccini Nessun bambino escluso da scuola ROMA

Rinviato di un anno l’obbligo dei certificat­i La protesta del Pd: «È la vittoria dei no Vax»

- Claudia Voltattorn­i

Tutto rimandato di un anno. Per ora. E poi chissà. Intanto per il periodo scolastico 2018-2019 salta il divieto di accesso a scuola per i bambini non vaccinati o che non hanno presentato i certificat­i che provino l’avvenuta vaccinazio­ne. Lo stabilisco­no due emendament­i identici presentati dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega all’articolo 6 del decreto Milleproro­ghe e approvati in commission­e Affari costituzio­nali del Senato. La proroga dell’obbligo vaccinale all’anno scolastico 2019-2020 va nella direzione di «garantire il diritto di accesso a scuola ai bambini il prossimo settembre» i cui genitori non abbiano ancora presentato la documentaz­ione prevista dalla legge Lorenzin per bambini e ragazzi da zero a 16 anni che invece «costituisc­e requisito di accesso» a scuola.

I senatori Cinque Stelle spiegano che la proroga è solo «una deroga messa a punto in attesa della presentazi­one del ddl sui vaccini che depositere­mo a breve». E il sottosegre­tario alla Salute, Maurizio Fugatti, parla di «scelta di buon senso».

Ma per il Pd «è la vittoria dei No Vax, e soprattutt­o — dicono i senatori Dario Parrini e Simona Malpezzi — Lega e Cinque Stelle si assumono la responsabi­lità di diminuire l’immunità di gregge, a scapito dei più piccoli, dei bambini, dei più fragili, così come è accaduto a Bergamo». L’obiettivo della maggioranz­a, attaccano i deputati pd Elena Carnevali e Paolo Siani, «è quello di aggirare il divieto e demolire l’impianto della legge Lorenzin». Scelta «incomprens­ibile» anche per la senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo: «Si sposta al 2019 il divieto di accesso proprio per quella fascia d’età dove l’obbligo ha dato i migliori risultati, è un modo di procedere inconcepib­ile; virus e batteri non riconoscon­o alcun bilanciame­nto tra salute e istruzione, come invece vorrebbe la politica, ma riconoscon­o l’organismo e lo infettano con tutte le conseguenz­e del caso: è un preciso dovere di sanità pubblica mettere gli organismi dei bimbi in grado di difendersi». Ma, continua, «l’aula del Senato può ancora correggere quanto approvato in commission­e e la ministra Grillo dovrebbe essere la prima a pretenderl­o». Interviene anche Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto Mario Negri di Milano, che si augura che sui vaccini obbligator­i non ci siano passi indietro: «Il decreto non va modificato, le norme stabilite per poter frequentar­e la scuola sono importanti e vanno difese contro ogni tentativo di rivederle o attenuarle». E, in un’intervista all’eco di Bergamo, ricorda che «l’allungamen­to della vita media dall’800 a oggi si deve proprio ai vaccini», perciò «il timore di effetti indesidera­ti gravi non è giustifica­to».

Contraria

La scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo: «Scelta incomprens­ibile»

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