Venti under 40 da tutta Italia L’onda giovane del Premio Cairo
Annunciati i nomi dei finalisti: il 15 ottobre, a Milano, la giuria sceglierà l’opera più significativa
ma lo siamo anche nell’arte moderna. Il guaio? Iniziamo tante cose importanti ma a volte non riusciamo a trasferirle in campo internazionale. Così altri ne approfittano e lo fanno al nostro posto».
Nell’era dei social, l’arte è a rischio?
«Non siamo pronti a viaggiare in parallelo con la tecnologia. Siamo più deboli, più lenti e ignoranti. Quindi è impossibile trarre vantaggi da strumenti così repentini, così furiosi, così propositivi. Non siamo all’altezza di sfruttarli in maniera positiva. Se non è ben diretta, la tecnologia va solo a vantaggio dei più furbi».
La Triennale di Milano ha dedicato una mostra all’età dell’oro del design italiano. Tornerà un’era tanto felice?
«Viviamo un momento creativo e provocatorio del design, ma è internazionale. L’italia avrà sempre un ruolo centrale, nel design, perché è stata la genitrice, però il resto del mondo ha imparato e oggi ci sono scuole fantastiche, nelle quali si mutuano varie esperienze senza affidarsi a un solo docente di riferimento. Concettualmente, è una novità straordinaria».
Aneddoti di una vita nell’arte?
«Parecchi. Girando per il mondo, incontro tante persone. Mi sento a casa in molti luoghi ed è bellissimo. Quando sono a mio agio, condivido ciò che è positivo. Alla fine, quando torni nella casa vera, ti scopri arricchito».
Quale pezzo di design indicherebbe quale sua icona?
«Ne avrei tantissimi, ci sono alcuni progetti che non smettono mai di emozionarmi. Preferisco però ricordare oggetti che non hanno nome ma che si utilizzano da Dal 2000
● Sono stati annunciati ieri i 20 finalisti del Premio Cairo 2018 per gli artisti italiani under 40 selezionati dalla redazione di «Arte», il mensile di Cairo Editore, diretto da Michele Bonuomo
● Il vincitore sarà proclamato lunedì 15 ottobre durante una cerimonia a Milano, a Palazzo Reale
● Al vincitore andranno 25 mila euro più un servizio e la copertina della rivista «Arte»
● Le venti opere finaliste saranno poi esposte dal 16 al 21 ottobre sempre a Palazzo Reale, insieme a quelle vincitrici delle precedenti edizioni (ingresso gratuito)
● Luca Pignatelli è stato il primo vincitore nel 2000; Serena Vestrucci l’ultima, nel 2017
Opere bidimensionali su vari supporti (tela, legno, carta, stoffa, metalli, materiali plastici, schermi per videoproiezione); 200 centimetri per 200; peso complessivo non superiore ai 25 chilogrammi. Oppure tridimensionali (sculture o installazioni): base 200 centimetri, altezza 200, profondità 100; peso complessivo non oltre i 150 chili.
Dovranno essere queste le caratteristiche «tecniche» realizzate dal vincitore dell’edizione 2018 del Premio Cairo, nato nel 2000 dalla «comune passione» del presidente Urbano Cairo e dell’allora direttore di «Arte» Nuccio Madera, e che ogni anno premia un under 40. Alle diciotto edizioni precedenti hanno finora partecipato 345 artisti, tra questi 41 sono stati poi invitati a esporre alla Biennale di Venezia.
E i nomi dei vincitori certificano la buona stagione dell’arte contemporanea italiana, gran parte dei quali ormai definitivamente acquisiti tra le «promesse mantenute» (la partecipazione è a inviti ed è riservata ad artisti, italiani o attivi in Italia, nati dal 1978 in poi): da Luca Pignatelli (premiato nel 2000) a Serena Vestrucci (vincitrice lo scorso anno). Nel mezzo ci sono Bernardo Siciliano, Federico Guida, Matteo Bergamasco, Andrea Chiesi, Valentina D’amaro, Chris Gilmour, Fausto Gilberti, Alice Cattaneo, Pietro Ruffo, Masbedo, Giovanni Ozzola, Loredana Di Lillo, Laura Pugno, Fabio Viale, Alessandro Piangiamore, Paolo Bini.
L’elenco dei 20 finalisti per il 2018, annunciati ieri e scelti dalla redazione di «Arte» (il mensile di Cairo Editore diretto da Michele Bonuomo) racconta anche qualcosa di più: un universo complesso, felice- mente sparpagliato: gli under 40 selezionati arrivano così da Bari come da Lecco, da Palermo come da Pescara, da Napoli come da Livorno, da Milano come da Trento. In pratica da tutto il Paese (con qualche eccezione dalla Georgia e dall’albania). Anche se a colpire è forse ancora di più la frammentazione della loro esperienza, un’esperienza spesso coltivata in accademie e studi «oltre confine» (Norimberga, Tenerife, Tangeri).
Ancora una volta i giovani artisti dovranno realizzare appositamente un’opera inedita in tutti i suoi elementi, mai pubblicata (sui media classici o sui social network) e mai presentata al pubblico. Almeno fino al 15 ottobre quando, per la terza volta nelle sale di Palazzo Reale a Milano, la giuria (composta da direttori di musei, fondazioni di arte contemporanea, critici, operatori del settore) proclamerà il vincitore a cui andranno 25 mila euro, il riconoscimento economico più importante per quello che riguarda l’arte contemporanea italiana. Oltre a un servizio e alla copertina di dicembre di «Arte». Dal 16 al 21 ottobre tutte le opere finaliste verranno poi esposte, sempre a Palazzo Reale, insieme a quelle vincitrici delle precedenti edizioni (ingresso gratuito).
L’arte giovane, dunque, cresce: il più giovane partecipante al Premio Cairo 2018 è del 1992, i più anziani sono del 1978. Una tendenza certificata, ancora una volta nella Londra che ha «inventato» Damien Hirst, dal Saatchi Gallery Art Prize for Schools 2017: 24 mila studenti «under 18» da 66 Paesi partecipanti, vincitore un gruppo di studenti della Nuova Zelanda con un lavoro sull’identità Maori. Età media: 9-11 anni.