«La Tav è importante E in questo governo non c’è solo il Movimento»
Rixi: infrastrutture fuori dal conteggio del deficit
I numeri della Tav sono «farlocchi» come sostiene il ministro Toninelli?
«Lo dice Toninelli, che però dice anche che l’analisi non è ancora stata fatta e l’istruttoria si concluderà entro la fine dell’anno». Il genovese Edoardo Rixi è il sottosegretario leghista del ministro ai Trasporti Danilo Toninelli.
Veramente, il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino giusto ieri ha detto che di analisi ne sono già state fatte sette.
«La discussione sulla Torino-lione ha una sua ragione di essere. Gli stessi francesi lo scorso maggio hanno chiesto che il termine dei lavori sia spostato dal 2030 al 2035».
E dunque?
«La Tav è opera transfrontaliera. Di risparmi sul versante italiano se ne possono fare e dunque di revisione ha senso parlare. Bloccarla è un altro paio di maniche. Io sono fiducioso sul fatto che i dati della revisione daranno ragione a noi, e dovrebbe esserlo anche Chiamparino. Però, ci siamo impegnati a fare questa analisi e dunque ha un senso, non soltanto politico, farla».
Per Chiamparino il supplemento di analisi riguarda la Tav perché la Regione non è «amica». Ha torto?
«La prima opera che chiuderemo è la Asti-cuneo, spero che Chiamparino consideri queste province come piemontesi. Perché là priorità massima è il completare quelle opere già avviate che, con investimenti abbastanza piccoli, risolvono problemi grandi. Peraltro, la Tav non riguarda affatto il solo Piemonte, è un corridoio europeo. Per me la Tav è importante: quello su cui si può riflettere è il non tenere risorse ferme. Se anche i francesi ritengono si debba dilazionare di 5 anni, può avere un senso spostare provvisoriamente le risorse oggi impegnate».
Il ministro Barbara Lezzi dice che, sulla base della popolazione, esiste un deficit di investimenti sulle infrastrutture per il Sud. Ha ragione?
«Capisco che in questo momento inasprire le differenze sia un buon argomento agostano. Ma il tema importante non è fare le opere al Nord o al Sud, ma farle dove servono e quello della popolazione è criterio assolutamente relativo. Il tunnel del Monte Bianco non riguarda solo i 130mila valdostani, il Terzo Valico non è per i meno di 600mila genovesi, il Tap serve a 60 milioni di italiani e non solo ai 4 milioni di pugliesi».
Resta il fatto che i 5 stelle continuano a metter in discussione opere che probabilmente per il vostro elettorato sono importanti. Non è un problema?
«Sui giornali si leggono dichiarazioni
Nell’alta velocità di risparmi sul versante italiano se ne possono fare e si può parlare di revisione Bloccarla è un altro paio di maniche
I numeri
Il vice di Toninelli: dati farlocchi sulla Tav? Lo dice il ministro ma l’analisi ancora non c’è
abbastanza polemiche soprattutto per motivi di carattere politico. Io credo sia meglio usare il buon senso e pensare ai territori e ai cittadini. Ma su questo credo che al ministero siano tutti d’accordo».
Quello dei 5 stelle non è un punto di vista ideologico?
«È un punto di vista legittimo, ma al governo non ci sono soltanto i 5 stelle. E comunque, io credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che se ci sono più treni e meno auto sia meglio, così come sia meglio se più merci viaggiano su ferro che su gomma».
Insomma, lei non è preoccupato per la realizzazione delle infrastrutture?
«Io trovo assurdo che nel conteggio del rapporto tra deficit e pil ci siano ancora gli investimenti per le infrastrutture. L’unione ci dice che i corridoi europei sono importanti, e poi ci bloccano le realizzazioni sul rapporto deficit/pil. Mi preoccupa molto di più il fatto che si facciano fallire le aziende perché non siamo in grado di pagarle. Condotte rischia di fallire con oltre 830 milioni di crediti. Io di questo ho paura».