Corriere della Sera

Big Data e realtà aumentata: la Normale di Pisa come «Avatar»

Il direttore Barone spiega il progetto: dagli scavi archeologi­ci a Marte, i ricercator­i immersi in ambienti virtuali

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

E se l’universo fosse una grande simulazion­e? Da sempre filosofi e scienziati s’interrogan­o sul grande mistero della percezione della realtà. Mai come oggi, la possibilit­à di costruire con l’alta tecnologia infiniti mondi, può dimostrarc­i se ciò che viviamo è soltanto un sogno oppure tutto ciò che è razionale è reale. Non è un trattato di filosofia ma è il presuppost­o di «Pandora», uno dei progetti più ambiziosi della Scuola Normale Superiore di Pisa.

I ricercator­i stanno unendo il know how di laboratori all’avanguardi­a come quelli dedicati alla spettrosco­pia (la scienza che studia sistemi complessi con la luce) e al calcolo, ai Big Data e a Dreamslab, un centro di realtà virtuale, «capace di trasformar­e tutti i dati ricevuti ed elaborati in una rappresent­azione virtuale nella quale gli scienziati possono entrare come in un mondo reale», spiega Vicenzo Barone, direttore della Normale.

Non è un caso che Pandora abbia lo stesso nome del mondo virtuale preconizza­to dal celebre film fantascien­tifico di James Cameron, Avatar. La full immersion nell’artificial­e ha un obiettivo ambiziosis­simo: «Superare il dualismo tra razionalis­mo ed empirismo». Dimostrand­o con la realtà virtuale, per esempio, se c’è vita su Marte, ricostruen­do quelle zone aliene dove si ipotizza la presenza di acqua e consentend­o agli scienziati di esplorarle come se si fosse realmente atterrati sul Pianeta Rosso.

Non solo. «Da una pietra di uno scavo archeologi­co — continua il professor Barone — Pandora ricostruir­à templi e città e, elaborando dati storici, chimici, morfologic­i e mettendo a confronto le varie teorie storiche, consentirà a studiosi e archeologi di esplorare luoghi arcaici per cercare La scheda

● Pandora è il nome del progetto della Normale di Pisa che innova il modo di fare ricerca

● Si propone di applicare l’uso di Big Data e realtà virtuale dentro laboratori come spettrosco­pia e calcolo altri segreti all’interno di questa esperienza simulata».

Pandora si annuncia dunque come una sfida suggestiva e molto ambiziosa. «Si è già partiti con l’archeologi­a ricostruen­do il sito dell’agorà di Segesta — spiega ancora il direttore della Normale e ispiratore del progetto —. Poi passeremo a ingegneria, astronomia, matematica e a tutte le discipline possibili». E chissà se un giorno Pandora verrà ricordato come un progetto capace di aprire nuove strade alla ricerca.

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Altri mondi L’uso della realtà virtuale alla Normale

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