I soccorritori trasformano un centro scommesse in un ospedale
«Un’esplosione fortissima, uno spostamento d’aria, le urla e il caldo addosso, la pelle che bruciava, tutto intorno si scioglieva. Sembrava di essere in guerra. Abbiamo avuto paura di morire, ci siamo sentiti in trappola. Man mano che correvamo incontravamo gente a terra ferita, sanguinante, che bruciava. Le soccorrevamo, una dopo l’altra, ma non finivano mai. Abbiamo cercato di fare il possibile, nonostante le nostre ferite ma era l’apocalisse». Lo racconta tutto d’un fiato, con un filo di voce. È stato tra i primissimi a precipitarsi in via Emilia dopo l’esplosione, del resto la caserma dei carabinieri è a pochi metri dal cavalcavia ormai ripiegato su stesso. Lui è uno degli undici militari rimasti feriti dopo aver soccorso i passanti.
Altri tre poliziotti sono stati ricoverati. Uno, Riccardo Muci, è grave al Bufalini di Cesena. Ha aiutato decine di passanti prima che l’onda d’urto lo investisse. «Molte persone che abbiamo soccorso avevano tagli a braccia e gambe, l’onda d’urto è stata violentissima e ha portato con sé vetri e detriti che hanno colpito chiunque si trovava a passare nel raggio di decine e decine di metri», spiega l’ingegner Giovanni Carella, coordinatore regionale dei soccorsi dell’emilia-romagna.
Sono stati oltre cento i vigili del fuoco impiegati, alcuni da Modena, altrettanti tra poliziotti e carabinieri. Un centro scommesse è diventato un punto di raccolta improvvisato per i primi feriti, come del resto il bar accanto dove la gente viene curata alla buona prima dell’arrivo dell’ambulanza: «Hanno ferite da taglio e soprattutto ustioni gambe e braccia. Molti per fortuna solo lievi. Erano tutti sotto choc.
Le persone che erano vicine al parcheggio della concessionaria quando è arrivata l’onda d’urto, sono quelle che hanno avuto le ferite più profonde», dice un’infermiera del 118. Lungo la via Emilia è stato allestito un tendone della protezione civile che accoglie gli evacuati, una quarantina di famiglie passerà questa e forse altre notti fuori casa. Hanno le case lesionate dall’esplosione.