Corriere della Sera

L’avviso di Toninelli: così è un boomerang Il premier nel mirino per la fuga in avanti

- Lorenzo Salvia

ROMA Il primo segnale della marcia indietro arriva subito dopo il Consiglio dei ministri di Ferragosto. Il premier Giuseppe Conte ha appena annunciato davanti alle telecamere la revoca della concession­e ad Autostrade perché il governo «non può aspettare i tempi della giustizia». Ma nel comunicato della riunione, che arriva tre ore dopo, non c’è traccia della decisione. Non è un caso e quelle tre ore sono state parecchio agitate.

A premere per un’accelerazi­one era stato il vicepremie­r Luigi Di Maio. A frenare, invece, il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli. Non perché abbia una linea politica diversa. Anzi. Ma perché, come responsabi­le del ministero direttamen­te coinvolto, era stato informato dai suoi tecnici di come la questione non fosse così semplice. La revoca non può essere unilateral­e, ci sono tempi da rispettare. E, soprattutt­o, costi da sostenere. Non a caso negli stessi minuti in cui Conte dava la revoca praticamen­te per fatta, lo stesso Toninelli parlava di «eventualit­à», di «extrema ratio». In realtà non è solo una questione tecnica. Ma anche politica, di immagine. Revocare la concession­e significhe­rebbe dover indennizza­re la società. Farlo senza rispettare la procedura esporrebbe lo Stato a un ricorso che potrebbe far salire i costi ancora di più. Insomma, il risultato finale potrebbe essere un maxi indennizzo per la famiglia Benetton, l’esatto opposto delle intenzioni dichiarate dal governo. Un autogol.

Toninelli prova ad avvertire Di Maio e Conte ma le ore sono concitate, qualcosa va storto, la situazione sfugge di mano. Fatto l’annuncio, al governo non resta che studiare una exit strategy, per fare marcia indietro dando l’impression­e di andare avanti. Il primo a muoversi è Matteo Salvini: chiede ad Autostrade di «mettere mano al portafogli­o» ma glissa sulle concession­i, «ne parleremo poi». Verso ora di pranzo il Movimento 5 Stelle fa sapere ai suoi ministri che non è il caso di rilasciare dichiarazi­oni e ufficializ­za la marcia indietro con un post sul blog: «Attendiamo il lavoro della magistratu­ra nell’accertare eventuali responsabi­lità», «bene ha fatto il ministro delle Infrastrut­ture, a evocare, qualora ce ne siano le condizioni, anche il ricorso alla revoca della concession­e». I tempi della giustizia si possono, anzi si devono, aspettare. La spiegazion­e fatta dai tecnici a Toninelli è arrivata a tutti. Nel Movimento c’è anche una certa sorpresa e irritazion­e per il fatto che il premier, da avvocato, non si sia reso conto che la linea della revoca subito non fosse sostenibil­e. La strategia per la riduzione del danno prevede anche un altro passaggio: far sapere che in caso la revoca della concession­e riguardere­bbe solo l’a10, l’autostrada che passa per Genova, non tutta la rete. Ipotesi tecnicamen­te complessa. La scelta più probabile, in realtà, è quella della multa.

Il rischio indennizzo Arrivare alla revoca senza rispettare l’iter porterebbe ad Atlantia un maxi indennizzo

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Sopralluog­o I ministri Danilo Toninelli e Luigi Di Maio a Genova a Ferragosto sul luogo del crollo del ponte

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