I pm: indagini senza limiti di spesa
Il procuratore Cozzi: «A ore l’incarico ai consulenti» Il gestore e il peso delle barriere di sicurezza sostituite
GENOVA «Sul ponte è previsto un intervento molto importante nel prossimo futuro. Un intervento che andrà a risarcire i danni di futura generazione e riguarda gli stralli (tiranti, ndr). In quest’opera gli stralli lavorano all’inverso rispetto a quello che è il normale funzionamento delle strutture...».
Lo scorso 18 luglio l’ingegner Mauro Moretti, responsabile degli interventi di manutenzione di Autostrade per l’italia, spiegava così a una delegazione di cittadini che abitano sotto il Ponte Morandi cosa stava succedendo lassù, fra le campate del viadotto. La dichiarazione è testuale e registrata perché l’appuntamento era formale: una Commissione consigliare dedicata proprio al vecchio ponte. Succede cioè che tre settimane prima del crollo, dopo un anno di sollecitazioni, si ritrovino in Comune una ventina di consiglieri, tre cittadini e due ingegneri di Autostrade a parlare di questi problemi. E che uno degli ingegneri sottolinei la questione dei tiranti, dopo aver spiegato che «sul ponte sono già state sostituite tutte le barriere di sicurezza laterali, in calcestruzzo, alte 1,5 metri... altre strutture lo appesantirebbero». L’ingegnere ne parla per tranquillizzare i cittadini sulla questione rumore e caduta di materiale, riconoscendo però implicitamente la pesantezza del viadotto. Inoltre «l’opera inverte alcuni dei concetti utilizzati fino ad allora: invece dell’acciaio per il contenimento delle sollecitazioni del ponte usa il calcestruzzo. Questo, nel tempo, vuoi per la vetustà, vuoi per il sale, ha generato necessità di manutenzione...». Di più: sostituzione. Tant’è che un primo intervento è stato fatto negli anni Novanta, quando su un versante del viadotto sono stati potenziati gli stralli con l’acciaio. E il prossimo anno sarebbe toccato proprio a quelli che sono crollati. Un intervento già progettato, approvato dal ministero e per il quale il bando per la gara d’appalto da 20 milioni di euro è partito in aprile. «Pensiamo di metterlo in cantiere l’anno prossimo, dopo l’estate», informava sempre Moretti nel corso dell’audizione in Commissione. Insomma, è questa l’opera incompiuta del Ponte Morandi che forse avrebbe potuto salvarlo dal disastro.
Nel frattempo, gli inquirenti si muovono con cautela. «Ma questo non significa che non abbiamo le idee chiare — ha precisato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi —. Abbiamo definito le linee di indagine e individuato alcuni punti chiave. Nelle prossime ore verrà conferita la prima consulenza e saranno formulati i quesiti principali. Bisogna poi approfondire i termini della concessione autostradale. Di fronte a questo disastro non voglio sentir parlare di limiti di spesa». I magistrati hanno acquisito i documenti riguardanti la concessione e quelli sulla storia del ponte. Si moltiplicano i reati ipotizzati: «Il fascicolo è aperto anche per crollo colposo di costruzione e attentato alla sicurezza dei trasporti», ha elencato Cozzi.