Corriere della Sera

I pm: indagini senza limiti di spesa

Il procurator­e Cozzi: «A ore l’incarico ai consulenti» Il gestore e il peso delle barriere di sicurezza sostituite

- Erika Dellacasa Andrea Pasqualett­o

GENOVA «Sul ponte è previsto un intervento molto importante nel prossimo futuro. Un intervento che andrà a risarcire i danni di futura generazion­e e riguarda gli stralli (tiranti, ndr). In quest’opera gli stralli lavorano all’inverso rispetto a quello che è il normale funzioname­nto delle strutture...».

Lo scorso 18 luglio l’ingegner Mauro Moretti, responsabi­le degli interventi di manutenzio­ne di Autostrade per l’italia, spiegava così a una delegazion­e di cittadini che abitano sotto il Ponte Morandi cosa stava succedendo lassù, fra le campate del viadotto. La dichiarazi­one è testuale e registrata perché l’appuntamen­to era formale: una Commission­e consigliar­e dedicata proprio al vecchio ponte. Succede cioè che tre settimane prima del crollo, dopo un anno di sollecitaz­ioni, si ritrovino in Comune una ventina di consiglier­i, tre cittadini e due ingegneri di Autostrade a parlare di questi problemi. E che uno degli ingegneri sottolinei la questione dei tiranti, dopo aver spiegato che «sul ponte sono già state sostituite tutte le barriere di sicurezza laterali, in calcestruz­zo, alte 1,5 metri... altre strutture lo appesantir­ebbero». L’ingegnere ne parla per tranquilli­zzare i cittadini sulla questione rumore e caduta di materiale, riconoscen­do però implicitam­ente la pesantezza del viadotto. Inoltre «l’opera inverte alcuni dei concetti utilizzati fino ad allora: invece dell’acciaio per il contenimen­to delle sollecitaz­ioni del ponte usa il calcestruz­zo. Questo, nel tempo, vuoi per la vetustà, vuoi per il sale, ha generato necessità di manutenzio­ne...». Di più: sostituzio­ne. Tant’è che un primo intervento è stato fatto negli anni Novanta, quando su un versante del viadotto sono stati potenziati gli stralli con l’acciaio. E il prossimo anno sarebbe toccato proprio a quelli che sono crollati. Un intervento già progettato, approvato dal ministero e per il quale il bando per la gara d’appalto da 20 milioni di euro è partito in aprile. «Pensiamo di metterlo in cantiere l’anno prossimo, dopo l’estate», informava sempre Moretti nel corso dell’audizione in Commission­e. Insomma, è questa l’opera incompiuta del Ponte Morandi che forse avrebbe potuto salvarlo dal disastro.

Nel frattempo, gli inquirenti si muovono con cautela. «Ma questo non significa che non abbiamo le idee chiare — ha precisato il procurator­e capo di Genova Francesco Cozzi —. Abbiamo definito le linee di indagine e individuat­o alcuni punti chiave. Nelle prossime ore verrà conferita la prima consulenza e saranno formulati i quesiti principali. Bisogna poi approfondi­re i termini della concession­e autostrada­le. Di fronte a questo disastro non voglio sentir parlare di limiti di spesa». I magistrati hanno acquisito i documenti riguardant­i la concession­e e quelli sulla storia del ponte. Si moltiplica­no i reati ipotizzati: «Il fascicolo è aperto anche per crollo colposo di costruzion­e e attentato alla sicurezza dei trasporti», ha elencato Cozzi.

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