«Dall’ue fondi, non vincoli» Bruxelles risponde al governo
Il commissario Oettinger dopo le accuse di Salvini: «Umano cercare responsabili ma guardiamo ai fatti»
«È molto umano cercare qualcuno a cui dare la responsabilità quando avviene un incidente terribile come quello di Genova. Tuttavia, è bene guardare ai fatti». È garbata ma secca la frase con cui il commissario europeo al Bilancio Günther Oettinger respinge le accuse rivolte all’europa dal ministro dell’interno italiano Matteo Salvini, che subito dopo il crollo del ponte Morandi aveva indicato i paletti comunitari al bilancio italiano tra le cause del disastro: «Se ci sono vincoli europei che ci impediscono di spendere soldi per mettere in sicurezza le scuole dove vanno i nostri figli o le autostrade su cui viaggiano i nostri lavoratori, sarà il caso di porsi il dubbio se continuare a rispettare questi vincoli», aveva attaccato il vicepremier prima su Twitter e poi in tv. E aveva poi sottolineato che «dovremo cominciare dialoghi positivi e sereni» con l’ue, perché «di austerità e di vincoli europei si muore».
Ma per Bruxelles i rigidi calcoli e le regole di cui parla Salvini, alla prova dei fatti, non esistono. Non in questo caso. E a sostegno della difesa europea Oettinger cita la mole di fondi che la Commissione ha destinato a Roma e che dovrebbero essere spesi anche per le infrastrutture: «Per il periodo dal 2014 al 2020 — puntualizza il ministro europeo al Bilancio dopo un tweet di cordoglio per i fatti di Genova — all’italia sono stati assegnati 2,5 miliardi di euro per strade e treni, 12 miliardi di euro dei cosiddetti fondi strutturali per aiutare le regioni più povere ed è stata data la luce verde per 8,5 miliardi di euro di spesa nazionale». Nessun impedimento europeo alla ristrutturazione e all’ammodernamento delle strutture.
Non è tutto. La Commissione, stavolta per bocca del portavoce Christian Spahr, ha un altro paio di cose su cui vuole«fare chiarezza. Dall’europa — ricordano al Viminale — sono arrivati investimenti e incoraggiamenti» sulle opere di trasporto. Su cui l’italia, contrattaccano da Bruxelles, ha mani libere: «Le regole fiscali concordate lasciano flessibilità a ogni Stato membro per fissare specifiche priorità politiche, e queste possono essere lo sviluppo e la manutenzione delle infrastrutture».
Quella lingua d’asfalto crollata sul Polcevera fa parte sì del network di trasporto transeuropeo (Tent). Ma «è gestito da un operatore privato: è il concessionario — sottolinea il governo europeo — ad avere la responsabilità sulla sicurezza e il mantenimento della strada». Il suggerimento a Roma è di guardare in casa propria e di non cercare nell’europa un capro espiatorio. Soprattutto dopo il maxi investimento da 8,5 miliardi di euro approvato dalla Commissione per le autostrade italiane meno di un anno fa. Altro che vincoli di bilancio: «Anche nell’ambito del Patto di stabilità — dice Spahr — c’è flessibilità. E l’italia è stato uno dei principali beneficiari».
Flessibilità
Spahr, portavoce della Commissione: «L’italia è stata tra i beneficiari della flessibilità»