L’allarme in Sardegna: i turisti rubano sabbia, conchiglie e rocce Cabras lancia i volontari anti furti: «Caccia a italiani e tedeschi»
I turisti ladri di sabbia imperversano, le più belle spiagge della Sardegna rischiano di scomparire. A scoraggiarli non bastano codice penale e della navigazione né una legge regionale severa, che prevede sanzioni fra i cinquecento e i tremila euro. Ecco allora il «fai-da-te», una mobilitazione di residenti e turisti «buoni» che segnalano, denunciano, intervengono. E per la prima volta si muove un comune, Cabras (sulla costa occidentale), che ha arruolato otto giovani; fanno i «guardiani» a Is Arutas, Mari Ermi e Mainoni, arenili unici e irripetibili, granelli a forma di chicchi di riso, quarzo bianco e rosa tenue, particolarmente presi di mira e difesi anche da volontari.
Maglietta bianca e berrettino blu con scritte «Non portare via la sabbia», cartellino al petto con nome e cognome, pattugliano più di sei chilometri di costa: «Cerchiamo di prevenire — afferma Silvia, che ha fatto rugby in Inghilterra e parla tre lingue — ma c’è anche chi fa finta di non capire. Lavoriamo da una settimana, finora tutto ok. Chi è sorpreso con i sacchetti pieni ributta subito la sabbia. Vedono che ci sono controlli e si danno una regolata». Gli otto delle ronde in spiaggia, fra i 18 e i 25 anni, sono Jessica, Francesca, Cristian, Gaia, Emmanuele, Silvia, Roberto, Stefania.
Identikit dei predatori di sabbia: «Talvolta inconsapevoli, spesso finti ignari e veri furbi, gran parte italiani, molti tedeschi, nascondono buste e bottiglie di plastica fra i giochi dei bambini». I più riescono a farla franca, i controlli all’imbarco dei traghetti sono scarsi; ma non sfuggono ai metal detector degli aeroporti. Nel 2017 sono state sequestrate negli scali di Cagliari Elmas, Alghero e Olbia più di dieci tonnellate: sabbia, frammenti di rocce, conchiglie, patelle. Vanno oltre Tirreno. Pochi grammi all’asta su ebay partono da un prezzo base di 10 euro.
«È emergenza, ma non si La vicenda
● Per contrastare il fenomeno del prelievo di sabbia, sassi e conchiglie dalle coste, la Sardegna si è dotata di una legge regionale (16/2017) che prevede multe da 500 a 3 mila euro
● L’anno scorso negli aeroporti sardi di Cagliari, Alghero e Olbia sono state sequestrate oltre 10 tonnellate di sabbia, rocce e conchiglie che i turisti cercava
-no ● L’ambasciata tedesca a Roma nelle scorse settimane con una nota ha invitato i propri connazionali a rispettare l’ambiente e le leggi sarde può pensare di mandare un poliziotto per ogni ombrellone, meglio giovani che spieghino — dice Andrea Abis, sindaco di Cabras —. Le nostre sono spiagge formate in decine di millenni da fossili, non si possono rigenerare. Se i furti continuano andranno perdute in poco tempo».
Venti anni fa stava per scomparire Spiaggia Rosa, sull’isola di Budelli, nella storia del cinema con le immagini in «Deserto Rosso» di Antonioni: per evitarlo, accesso interdetto. A rischio, fra gli altri splendidi arenili, Berchida, Bidderosa, le cale Goloritzè e Mariolu nel golfo di Orosei, la Pelosa a Stintino, Isola Rossa, Villasimius: si cerca di salvarle, con il numero chiuso o contingentato. A Cabras fra i volontari ci sono i fratelli Francesco, Simone e Gesuino Manca: «Queste spiagge le abbiamo viste così da bambini. Facciamo escursioni, noleggiamo gommoni e se qualcuno le danneggia, danneggia anche noi. Abbiamo fatto stampare cartelli con i divieti. Siamo cortesi, ma se incontriamo qualche prepotente, gli facciamo svuotare i sacchetti. Se rifiuta, chiamiamo i forestali e si becca la multa. I più ostinati sono i tedeschi».
E infatti l’ambasciata di Germania a Roma ha assecondato la campagna antifurti — unendosi a Bbc e Guardian — informando i connazionali di divieti e sanzioni. Determinante la partecipazione attiva di residenti e turisti: gran parte delle segnalazioni al 1515 (numero della Forestale sarda) sono di indignati per il saccheggio.
C’è anche una pagina Facebook, «sardegnarubataedepredata», iniziativa degli addetti ai controlli di sicurezza negli aeroporti sardi: «I furti aumentavano — ricorda Franco, uno dei promotori — ma il problema era sottovalutato; eppure alle Maldive per chi porta via la sabbia c’è la galera… Per anni abbiamo sequestrato e catalogato sabbia e reperti e li abbiamo riportati nei luoghi di provenienza. Da poco abbiamo restituito al mare centocinquanta chili di conchiglie. La nostra pagina ha trentamila utenti attivi. Ma i predatori insistono, qualche giorno fa in una valigia era nascosto un masso di granito arrotondato e levigato dal mare, quaranta chili! “Volevo abbellire il giardino”, ha candidamente confessato il turista italiano che l’aveva portato via da una cala di Villasimius».