Corriere della Sera

Corbyn e Israele

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Nell’articolo su Corbyn e Israele (Corriere, 12 agosto) Paolo Lepri definisce «terroristi» i palestines­i che uccisero gli atleti israeliani a Monaco nel 1972. Non intendo discutere in questa sede la correttezz­a o meno della definizion­e e mi limito a una domanda: come definisce Lepri i cecchini israeliani che dal 30 marzo continuano ad uccidere a sangue freddo donne, vecchi, bambini, invalidi, medici, paramedici e suoi colleghi giornalist­i? Se non li definisce terroristi potrebbe spiegarne le ragioni? E a proposito di omaggi, sa Lepri che una moltitudin­e di ebrei va a Hebron a rendere omaggio a Baruch Goldstein che nel 1994 uccise 29 palestines­i in preghiera e ne ferì 125? La sua lapide è meta di pellegrina­ggi e l’epitaffio definisce Goldstein «martire con le mani pulite e il cuore puro». Credo che l’indifferen­za della comunità internazio­nale verso i diritti dei palestines­i ed in particolar­e ora verso la mattanza di Gaza sia un punto di non ritorno della umanità tutta. Ugo Giannangel­i Veniano (CO)

La differenza tra terrorismo e uso sproporzio­nato della forza mi sembra molto evidente. Sicurament­e, poi, il pericolo costituito dagli estremisti ebraici non va sottovalut­ato. Tempo fa sono andato a rendere omaggio alla tomba di Yitzhak Rabin, assassinat­o da uno di loro. Per quanto riguarda i palestines­i, non ho mai smesso di difendere i diritti di un popolo senza patria (p.l.)

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