Corriere della Sera

Il caso Musk, indagano gli sceriffi di Wall Street

Il ceo aveva annunciato contatti con un fondo sovrano saudita e il titolo era schizzato dell’11%

- DALLA NOSTRA INVIATA Marilisa Palumbo

NEW YORK Le grandi compagnie di solito non annunciano improvvisa­mente i loro piani su Twitter, tanto più se sono quotate in Borsa. Ma siamo nel 2018, alla Casa Bianca c’è un presidente che comunica prevalente­mente sui social, e il fondatore e proprietar­io della casa produttric­e di auto elettriche Tesla, Elon Musk, non è esattament­e il classico capitano d’azienda. Ciò non toglie che la sua uscita del 7 agosto scorso, quando ha spiegato di volere un delisting (uscita dal listino, al prezzo di 420 dollari) del gruppo per privatizza­rlo, grazie ai soldi di un fondo sovrano saudita (avrebbe detto poi) abbia attirato l’attenzione della Securities and exchange commission, l’equivalent­e statuniten­se della Consob italiana: la Sec ha inviato una citazione a comparire ai membri del cda di Tesla. Il nodo non è comunque il modo in cui Musk ha scelto di comunicare — su Twitter — ma capire se nell’annunciare di aver trovato i fondi per ricomprars­i Tesla e toglierla dopo otto anni dalla Borsa (operazione tra i 20 e 50 miliardi di dollari) non abbia esagerato, manipoland­o di fatto i mercati. Secondo gli analisti però, nonostante l’amministra­tore delegato di Tesla non abbia dato prova sufficient­e di avere quei fondi, né lui né la compagnia rischiano molto dall’indagine. «Mi aspetto che la Tesla paghi zero», ha detto alla Reuters Urska Velikonja, professore di legge alla Georgetown. Il 47enne miliardari­o nato in Sudafrica e residente in California rischiereb­be, personalme­nte, non più di una (per lui ridicola) multa da 200 mila dollari.

Se è vero che l’impegno per l’ambiente di Musk gli garantisco­no il tifo di molti, è anche vero che tanti hedge fund — considerat­o che Tesla non ha ancora registrato un risultato trimestral­e con profitto — hanno scommesso sulla perdita di valore della compagnia, vendendo allo scoperto il titolo. E proprio questi short sellers sono stati danneggiat­i quando, dopo l’annuncio bomba, le azioni di Tesla sono cresciute dell’11% in un giorno (sono poi scese dai 380 del 7 agosto ai 338 dollari di ieri).

Bisognerà quindi aspettare per vedere se la scommessa di Musk sarà la più grande acquisizio­ne privata del secolo o un grandissim­o flop.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy