I gol di Higuain e la difesa azzurra Il piano del Milan per la Champions
L’entusiasmo c’è, ora occorre capire se c’è anche il resto. Perché l’effettivo potenziale di questo Milan resta uno dei principali enigmi del torneo che sta per partire. Vale davvero la Champions? Basta Higuain per puntare al quarto posto? Perché l’obiettivo di Elliott, a scanso di equivoci, quello è. E a offrirne una conferma implicita è stato lo stesso Paolo Maldini il giorno della sua investitura: quando il neo dirigente rossonero dice che «serve migliorare il sesto posto dell’anno scorso» il riferimento non è ovviamente al quinto. Di certo l’opera di ricostruzione intrapresa da lui e Leonardo in questa densa estate, svoltata dopo la riammissione in Europa League, è stata fin qui notevole. Da 8.
Il primo obiettivo, già a buon punto, è stato riportare l’identità rossonera al centro di tutto: più che uno slogan, «il Milan ai milanisti» sembra essere il principio fondativo del nuovo corso. Una prova inequivocabile della ritrovata compattezza dell’ambiente è arrivata quando verso la metà
Coppia Nazionale Caldara e Romagnoli coppia difensiva di talento: sono i centrali della futura Nazionale
di luglio ha iniziato a circolare il nome di Conte: la conferma pubblica di Gattuso da parte di Leonardo è stata immediata, ferma, incondizionata. Roba da vecchio Milan.
Come il magnifico colpo Higuain. Un centravanti vero — come da definizione minimal ma ineccepibile di Maldini — era esattamente ciò che serviva per risolvere la principale criticità dell’ultima stagione. Difficilmente gli ormai ex Bacca, Kalinic e André Silva avrebbero trasformato in gol una palla morta come quella che invece il Pipita sabato scorso al Bernabeu ha scagliato alle spalle di Navas. Nell’ultima stagione il miglior marcatore è stato un ragazzo, Cutrone, 18 gol fra campionato e coppe: la presenza di Gonzalo gli sarà di enorme aiuto perché lo scaricherà da eccessive responsabilità, permettendogli così di crescere con più gradualità. Servirebbe una terza punta, visto che si giocherà su tre tavoli: dovrebbe toccare a Borini. In mezzo al campo forse manca qualcosa, Bakayoko porta chili e centimetri ma pochi gol. Ecco perché Gattuso sta saggiamente lavorando a una variante tattica al 4-3-3, un 4-2-3-1 che consenta di mettere contemporaneamente tre mezzepunte al servizio di Higuain. Il rinvio del debutto col Genoa consentirà di lavorarci ancora un po’ su. Non è un male.
Nell’attesa del fondamentale rientro di Conti — Calabria continua a rimandare il salto di qualità — la difesa ha invece perso Bonucci ma guadagnato l’ottimo Caldara, che accanto avrà Romagnoli e alle spalle Donnarumma: 24, 23 e 19 anni. Le fondamenta del nuovo Milan sono le stesse della prossima Nazionale. Buon segno, buonissimo.